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Parlare bene è potere: i consigli per farsi ascoltare davvero

Sanihelp.it – L’arte oratoria veniva insegnata a scuola nel XIX secolo. All’origine del diploma di maturità, sotto Napoleone, tutte le prove erano orali. Questo modo di esprimersi è stato completamente sostituito nel XX secolo dalla scrittura, considerata più scientifica rispetto all’incertezza della parola. Da 10-15 anni, è tornato ad essere valorizzato a scuola e nelle aziende.


Va detto che la parola ha effetti potenti. Quello di curare, per esempio. Terapia di gruppo, circoli di discussione, psicoterapia o coaching individuale, aiuta a sentirsi meglio, a progredire e persino a essere più efficienti. In politica, è attraverso l’eloquenza che si conquista il potere. Serve anche a difendersi da un’accusa.

Le donne si concedono meno di parlare

Tuttavia, nei consigli di amministrazione, nelle posizioni decisionali in cui la parola conta, le donne rimangono una minoranza. C’è un paradosso. Le donne sono più a proprio agio nell’espressione orale rispetto agli uomini. Ma tendono a essere più emotive. Quando salgono sul palco, le donne si sentono meno legittime. I blocchi non derivano da una mancanza di qualità oratoria, ma dalla mancanza di fiducia in se stesse.

Come autorizzarsi a prendere la parola? Prendendo esempio dai comici, ad esempio, che sono stati tra i primi ad abbattere le barriere. Hanno portato una visione diversa del mondo nello stand-up. Attingono maggiormente alle loro esperienze e alla loro intimità, hanno più autoironia. Sta a noi far sentire la nostra voce.

La chiave per coltivare la prontezza di spirito

La battuta non si riduce a rispondere a tono, è la capacità di replicare a un’ obiezione, a una risposta, a un’osservazione. La prontezza di spirito permette di rispondere in modo elegante senza cadere in un regolamento di conti in cui siamo tutti perdenti. È anche un modo per affermare la propria posizione. Come nelle arti marziali, non bisogna esaurirsi rispondendo colpo su colpo, ma usare l’energia del movimento dell’altro per ribattere.

Conoscere bene se stessi

È necessario lavorare su se stessi per conoscere bene i propri punti deboli, le proprie paure, le proprie emozioni. Se una critica sul vostro aspetto fisico tocca un tasto dolente, rischiate di rimanere intrappolati nelle vostre emozioni e di non riuscire a uscirne. Il primo impulso è quindi quello di rispondere con una volgarità, che non permetterà di uscirne vincitori, anzi. Spesso le persone pensano che la prontezza di spirito permetta di affermarsi e di acquisire fiducia in se stessi. Ma è proprio il contrario: è la fiducia in se stessi che permette la prontezza di spirito.

Prendersi il proprio tempo

Quando si riceve un attacco feroce, si è emotivamente scossi. Questo micro-stato di shock impedisce di rispondere. Gli esperti consigliano di rimanere ben dritti, magari anche con un sorriso. È importante prendere coscienza di ciò che sta accadendo nel proprio corpo: l’osservazione fa male, il battito cardiaco accelera, le pupille si dilatano sotto l’effetto dello stress. La prima cosa da fare, è respirare. Il cervello riprenderà gradualmente la sua funzione. E solo dopo questo, si può rispondere.


Ampliare il proprio vocabolario

Una risposta ben formulata ha un effetto garantito. La lettura è un aiuto prezioso per migliorare la qualità delle proprie repliche. Avere un vocabolario abbastanza ampio, anche con parole antiche o poco usate, aiuta a variare le sfumature, in modo da elaborare giochi di parole ben congegnati.

Esercitarsi nell’ascolto

Durante una riunione, è utile adottare un atteggiamento di osservazione attiva, ascoltando senza l’intento immediato di replicare. L’attenzione va rivolta a ciò che accade internamente, lasciando scorrere i pensieri come fossero nuvole in transito. Questo tipo di ascolto, definito “fluttuante”, favorisce la comprensione delle intenzioni profonde dietro le parole, permettendo una risposta più mirata e consapevole.

Associare le immagini

Quando una parola pronunciata durante una conversazione risulta particolarmente incisiva, è utile permettere alle immagini mentali di emergere liberamente. Questo processo può innescare associazioni di idee spontanee e creative. Se in una conversazione qualcuno dicesse “ho la testa come un frullatore”, oltre all’immagine buffa, si possono evocare idee collegate al caos creativo o al movimento vorticoso. Una risposta giocosa potrebbe essere: “Beh, almeno stai servendo un bel frullato di pensieri freschi!”

Tali associazioni possono essere stimolate attraverso semplici esercizi ludici, come osservare una pubblicità su una rivista e immaginare gli eventi che precedono o seguono la scena rappresentata. Questo tipo di gioco favorisce l’allenamento alla creatività e alla comprensione profonda del linguaggio e delle immagini.

Avere un bagaglio di repliche

Le frasi fatte possono essere utili se l’associazione di immagini non è stata produttiva. Guardate dritto negli occhi la persona che vi ha rivolto il commento offensivo e dite: “Allora, ti senti meglio adesso?” o ancora “Colpito ma non affondato”, poi voltate le spalle. In ambito professionale, è impossibile mandare al diavolo il proprio capo. Potete rispondergli con un sorriso sulle labbra e un tono leggermente sarcastico, come “Ci stavo proprio pensando stamattina, ma grazie per avermelo fatto notare”.

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