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Il web alimenta i falsi miti del sesso

Giovani

Sanihelp.it – I consultori famigliari, nati nell’ormai lontano 1975, con lo scopo, tra gli altri, di informazione e assistenza nell’ambito della sessualità, sono ad oggi una struttura insufficiente: secondo quanto diffuso da una nota della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) sono carenti (se ne calcola il 30% in meno delle reali necessità), senza adeguato personale e solo una minima parte garantisce i colloqui con gli adolescenti.


Inoltre l’offerta è estremamente eterogenea a seconda delle regioni, come emerge da un recente rapporto del Ministero della Salute: «La Toscana, con il 91% è quella che meglio fornisce questo servizio. È quasi inesistente invece in Veneto e nel Lazio. I corsi di educazione sessuale sono garantiti nel 100% dei consultori in Umbria e Valle d’Aosta, appena nel 27% in Abruzzo» spiega Emilio Arisi, consigliere nazionale SIGO.

Le informazioni sul sesso arrivano così ai giovani da uno dei luoghi, se così possiamo dire, che frequentano di più: la piazza virtuale del web e in particolare i social network. Sette teenager italiani su dieci, infatti, hanno un profilo su Facebook e il 17,2% trascorre sul web più di tre ore al giorno.

Ma proprio in rete circolano spesso informazioni spesso deleterie, che non cessano di trovare terreno fertile: secondo una recente indagine pubblicata sul Journal of Adolescence Health, i social network sono fra le principali fonti di creazione di falsi miti sulla contraccezione, come la convinzione che la prima volta è impossibile rimanere incinta.

Non è tutto: «Il web abbassa le inibizioni dei giovani» avverte Arisi. Ed effettivamente in Italia il 14% dei teenager manda proprie foto di nudo per ottenere regali, il 40% guarda abitualmente immagini o video a sfondo sessuale, il 22% ha rapporti intimi con qualcuno conosciuto solo in internet.

Così, le abitudini virtuali si traducono in comportamenti pericolosi nella vita reale, su tutti l’incremento dei rapporti sessuali non protetti, con il rischio di gravidanze indesiderate e di contagio da malattie sessualmente trasmissibili. Sembra incredibile ma «In Gran Bretagna, ad esempio, è stata riscontrata una forte correlazione tra le aree in cui Facebook è molto popolare e il numero di persone affette da sifilide: i dati parlano di più 400% dei casi di contagio» sottolinea Arisi.

Il web non va comunque demonizzato ma, piuttosto, utilizzato come strumento educativo: « Il counselling deve esplorare e indagare le esperienze e le opinioni trasmesse tramite questi nuovi luoghi virtuali di aggregazione. Noi cerchiamo di farlo: il nostro sito www.sceglitu.it, con oltre 40.000 visitatori unici al mese, è diventato il portale italiano di riferimento sull’educazione sessuale» conclude Arisi.


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