Sanihelp.it – L’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma ha avviato a settembre uno studio clinico su Sessualità e benessere, una ricerca che intende «esplorare la qualità della vita sessuale e la correlazione con i disturbi d’ansia, la depressione e la qualità della vita. Grazie a queste informazioni sarà possibile migliorare le azioni di sostegno sanitario ed il trattamento delle persone che lamentano difficoltà nella sfera sessuale» come si legge nella scheda introduttiva.
Lo studio, il cui protocollo ha ricevuto l’approvazione del comitato etico del Dipartimento di Psicologia Clinica e Dinamica dell’università Sapienza di Roma, punta a coinvolgere non solo quanti già accedono al centro perché lamentano un qualche problema nel campo della sessualità, che hanno già risposto alle domande della ricerca. «Lo abbiamo esteso a tutti i maggiorenni che vorranno aderire, anche a chi non ha necessariamente un problema sessuale, sia per capire se esiste un sommerso, cioè persone che pensano di non avere un disturbo o comunque non provano a rivolgersi a esperti per risolverlo, sia per avere un quadro generale su miti, credenze, informazioni circolanti sulla sessualità e arrivare a identificare o meno un collegamento tra questi ed eventuali problematiche» spiega Roberta Rossi, psicologa, psicoterapeuta e presidente dell’istituto.
Partecipare è piuttosto semplice: basta rispondere ai questionari disponibili direttamente sul sito dell’Istituto (www.sessuologiaclinicaroma.it/elenco-del-test-protocollo-isc/). Prima occorre solo richiedere un codice personale all’indirizzo mail indicato (istitutosessuologiaclinica@gmail.com), che permette di compilare il protocollo in modo anonimo e riservato, nel rispetto della privacy. Richiedere il codice aiuta anche a garantire una maggiore motivazione a partecipare.
Possono aderire tutti i maggiorenni, senza distinzioni di orientamento sessuale, genere o altro e non esistono risposte giuste o sbagliate, basta rispondere con sincerità in base alle proprie opinioni ed esperienze. Il protocollo è composto da più parti ed in ognuna di queste vengono date indicazioni sull’oggetto della domanda e sulla modalità di risposta. La raccolta dei dati continuerà almeno per i prossimi sei mesi.
Perché prendere parte alla ricerca? «Può aiutare il singolo ad acquisire consapevolezza di un eventuale disagio, ma è anche e soprattutto un gesto sociale: grazie alle risposte potremo individuare meglio i fattori che mettono a rischio il benessere sessuale e aggiustare anche il tiro delle campagne di prevenzione e sensibilizzazione, a vantaggio di tutti» conclude la dottoressa Rossi.