Sanihelp.it -Il 4 settembre ricorre la Giornata mondiale della salute sessuale e in questa occasione LELO, brand svedese leader nel settore dei sex toys, si interroga sullo stato di salute degli italiani sotto le lenzuola, con particolare sensibilità verso le nuove generazioni.
Alcune risposte le offre la recente ricerca LELO condotta in Italia in collaborazione con l’Istituto AstraRicerche, che ha esplorato il benessere sessuale nelle sue più ampie sfaccettature, un concetto ampio che riguarda la salute fisica, ma anche quella mentale, emotiva e relazionale.
C’è un tema che negli ultimi decenni è intimamente connesso a questi aspetti, ovvero l’evoluzione dei ruoli di genere che, come conferma Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa SISP e consulente LELO, vede cambiamenti e nuove aperture specialmente da parte delle nuove generazioni.
Ma come stanno, dunque, i giovani? Per il 74% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, la sessualità ha un impatto positivo sul benessere. Varietà (40,7%) e libertà di osare (45,3%) sono considerate motivo di soddisfazione sotto le lenzuola, e i sex toys sono ormai noti a molti (il 90,4% delle persone tra i 18 e i 24 anni conosce i sex toys). Per molti giovani, la fantasia guida l’esplorazione dell’intimità: Il 36% delle donne tra i 18 e i 24 anni è propenso a esplicitare e realizzare le proprie fantasie sessuali (25% degli uomini).
Non mancano i margini di miglioramento: per il 71% delle donne dai 18 ai 24 anni c’è un’aspettativa di migliorare il proprio livello di benessere sessuale nei prossimi 5 anni (per il 55% degli uomini), ed il 52,7% delle persone tra i 18 e i 24 anni vive o ha vissuto problematiche relative alla sessualità. Non sempre le soluzioni proposte hanno rispettatole aspettative: la visita con un medico specialista per affrontare il problema è stata inefficace per il 33% delle donne e il 15% degli uomini dai 18 ai 24 anni.
È indubbio che qualcosa, tra i giovani, stia cambiando. Nel modo di vivere e viversi in intimità, ma anche in società. Come testimonia la dottoressa Cosmi: “Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una evoluzione dei ruoli di genere, del modo di vivere la sessualità e molto altro da parte di uomini e donne. Un interessante studio, partito nel 2012 condotto dal Millenium Project dal titolo ‘Changing Gender Stereotypes’, ha condotto una valutazione a livello internazionale su come stiano cambiando gli stereotipi di genere e quali previsioni ci siano per il futuro. I cambiamenti sono molteplici e investono tante aree, non solo quella sessuale; lo studio ha messo in evidenza come questi cambiamenti siano in continua evoluzione e come (per fortuna!) tendano ad avere un andamento progressista. Anche la pratica clinica conferma in parte questo andamento, maggiormente tra le generazioni dei più giovani, nei contesti urbani, soprattutto nelle grandi città, questi cambiamenti sono osservabili e chiari”.
È in corso un grande cambiamento, anche al femminile: “Oggi le ragazze sono più consapevoli di sé stesse, del loro potenziale e del loro diritto all’autodeterminazione, anche sessuale. Una inclinazione di questo tipo si riversa, in modo positivo, nella capacità di essere più proattive verso i comportamenti sessuali: non nel senso, come si potrebbe mal interpretare, di una promiscuità sessuale, ma nel senso di una capacità di essere responsabili, come ad esempio di farsi carico dell’acquisto di un contraccettivo o di un sex toy, con la consapevolezza verso i propri desideri e di ciò a cui hanno diritto” commenta Cosmi.
Di contro, sul versante maschile, anche se con una maggiore lentezza, si assiste ad un cambiamento di alcune stereotipie che, un tempo, sono state molto dannose: i ragazzi infatti oggi sembrano in grado più che in passato di dare voce alle loro emozioni, di piangere ad esempio, e di costruire relazioni dove non necessariamente sono i responsabili della sessualità e del rapporto sessuale. “Vale a dire che forse, in futuro, sarà possibile immaginare una minore pressione culturale sui ragazzi nell’area della performance, che lascia poco spazio al divertimento e all’espressione delle emozioni.” conferma Cosmi.
Secondo la ricerca condotta in collaborazione con l’Istituto AstraRicerche, il canale più utilizzato per informarsi in tema di sessualità è quello dei social network per il 50,4% delle persone tra i 18 e i 24 anni, mentre per “solo” il 12,6% lo è la scuola. Il fatto che nei contesti dove circola una maggiore informazione sui temi legati alla sessualità ci sia il numero maggiore di evidenze di cambiamento nei ruoli di genere e di abbandono di certi stereotipi, ci dimostra ancora una volta come il fattore educativo sia fondamentale.
Come sottolinea Cosmi: “Parliamo di un’educazione sessuale e affettiva che fornisce informazioni per preservare la propria salute fisica, come l’utilizzo del preservativo, in quanto metodo contraccettivo per proteggersi in modo sicuro, ma anche nozioni rivolte alla costruzione della propria identità come soggetti sessuati che desiderano sperimentarsi nel mondo con le proprie caratteristiche e i propri desideri che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, sono tutti degni di essere espressi e rappresentati, nel rispetto di sé e dell’altro.”



