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Caduta dei capelli, è anche colpa dello stress

Rimedi in&out per un problema stagionale.

Sanihelp.it – Non ci sono sperimentazione dirette. Eppure è ormai chiaro che lo stress gioca un ruolo chiave nell’indebolimento dei capelli. «Proprio come succede per alcune problematiche della pelle come la psoriasi, l’orticaria o la dermatite atopica che si catalogano come malattie psicosomatiche, anche nel caso dei capelli si può parlare di un’alopecia psicogena, un diradamento temporaneo legato allo stress e alle tensioni nervose» spiega il professor Ettore Novellino, Direttore del Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli.


«Situazioni protratte di ansia, nervosismo e stanchezza di origine psicologica determinano da un punto di vista fisico il rilascio di ormoni corticotropi che agiscono in maniera diretta sulle cellule deputate alla formazione e all’alimentazione dei capelli, dai cheratinociti fino ai sebociti» continua l’esperto. Questo permette di spiegare perché molte volte l’alopecia da stress si accompagni a una produzione di sebo in eccesso a livello della cute.

«Altri sintomi che collegano la perdita dei capelli allo stress sono lo svilupparsi di una microinfiammazione perifollicalare, una forma di eritema che si manifesta nel punto in cui i capelli emergono dalla cute e una fastidiosa sensazione di prurito e di bruciore al cuoio capelluto che spinge a grattarsi aumentando l’ansia» continua Novellino.

In sostanza che siano di natura esterna oppure interna, gli agenti stressanti determinano una reazione psico-fisica che sceglie una via somatica, la perdita dei capelli, come canale di espressione.

Quello che deve rassicurare è che l’alopecia psicogena è reversibile: i capelli ricrescono nel momento in cui si riesce ad eliminare o almeno a ridurre la condizione che ha creato lo stress emotivo. L’ansia non produce infatti un danno al follicolo pilifero: una volta ritrovata la serenità, si ritrovano anche i capelli.

Ovvio che non sempre è possibile eliminare i fattori che generano stress, almeno nel breve tempo. E’ per questo che si può essere utile intervenire con una strategia che combini un’azione dall’esterno con una dall’interno. Servono quindi shampoo delicatissimi per non impoverire un capello già fragile e l’uso costante, protratto per almeno un paio di mesi, di formulazioni mirate che aiutano il cuoio capelluto a ritrovare l’equilibrio necessario perché la chioma recuperi forza e pienezza.

Lozioni, fiale e sieri impiegano complessi vitaminici, in particolare vitamine B5, E e PP, oligoelementi, sali minerali e aminoacidi come cistina, biotina e metionina capaci di fornire nuova energia al bulbo per favorire la crescita di capelli sani e più forti. Sostanze come l’aminexil ancorano il bulbo al cuoio capelluto, l’adenosina e il guaranà  danno nuova energia, derivati proteici rinforzano la cheratina della fibra capillare, zuccheri come il ramnosio migliorano la qualità del cuoio capelluto, estratti vegetali di achillea, lupino bianco, salvia, kigelia africana, ginkgo biloba, arnica, elicriso, vite rossa, ortica, ippocastano e capelvenere agiscono in direzioni diverse per proteggere, stimolare la microcircolazione, dare ossigeno, nutrimento e vitalità.

Fondamentale anche agire dall’interno con integratori in grado di apportare al bulbo sostanze preziose per la sua vitalità. Tra le più efficaci ci sono aminoacidi solforati, in particolare metionina, biotina e cistina, acido folico, taurina, glucosamina, zinco, rame e selenio, estratti vegetali di ortica, miglio e bambù.

«E’ recente invece la scoperta dell’efficacia della procianidina B2 contenuta nelle mele, in particolare nelle annurche campane» spiega il professor Novellino. «Gli studi hanno verificato la capacità di questa sostanza di mantenere il bulbo pilifero in attività contrastando la caduta dei capelli e favorendone la ricrescita».

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