pianta erbacea utilizzata in fitoterapia da tempi antichissimi per le proprietà lassative e stimolanti del suo rizoma. Si distingue dal rabarbaro tradizionale poiché risulta più pregiato e con una maggior concentrazione di flavonoidi e tannini, sostanze che gli conferiscono maggiori proprietà depurative, digestive e antibatteriche, caratteristica che lo rende adatto al trattamento di infezioni intestinali e del cavo orale. E’ sconsigliato il consumo a donne in gravidanza o allattamento: l’eccessivo dosaggio può causare stitichezza e altri svariati disturbi.