Sanihelp.it – Quando far assaggiare per la prima volta la pastina o un biscottino al bebè? Una domanda che moltissime mamme si fanno, soprattutto se in famiglia ci sono casi di celiachia: in passato infatti è stato ipotizzato che il glutine vada introdotto nell'alimentazione fra i 4 e i 6 mesi per non aumentare il rischio di sviluppare l'intolleranza.
Oggi per la prima volta al mondo uno studio italiano, pubblicato sul New England Journal of Medicine, tranquillizza le neomamme dimostrando che non è necessario aspettare troppo né sperimentare cibi con glutine molto presto: nei bambini senza una predisposizione genetica alla celiachia, il momento in cui il glutine entra nella pappa non influisce sulla probabilità di ammalarsi; nei piccoli ad alto rischio, invece, conoscere il glutine non prima dei 12 mesi aiuta a ridurre il pericolo di celiachia.
No all'ansia, inoltre, per le donne che non riescono ad allattare al seno: l'allattamento artificiale non influenza il rischio di diventare celiaci. I dati arrivano da una ricerca della Società Italiana di Gastroenterologia, secondo la quale il fattore che più incide sulla comparsa dell'intolleranza al glutine è la genetica: i bambini con due copie del gene HLAàÂàÂ-DQàÂàÂ-2 hanno una probabilità di ammalarsi doppia rispetto a chi non lo possiede, inoltre nell'80% dei casi è emerso che la celiachia si manifesta entro i primi 3 anni di vita. I bimbi che ne hanno due copie hanno il 38% di probabilità di essere celiaci contro il 19% dei piccoli che non ne sono portatori.
Con una semplice analisi del sangue alla nascita,sarebbe perciò possibile individuare chi è ad alto rischio e provare a mettere in atto strategie per prevenire la celiachia, per esempio ritardando l'introduzione del glutine. I bambini ad alto rischio, inoltre,
sono anche quelli in cui avrebbe un senso lo screening per la celiachia a 5àÂàÂ-6 anni, al momento dell'ingresso nella scuola primaria: a questa età infatti l'intolleranza è ormai comparsa nella totalità dei piccoli e riconoscendola subito si potrebbero evitare le conseguenze negative sullo sviluppo.
La celiachia nel nostro Paese colpisce una persona su 100 per un totale di circa 600.000 casi, di cui però solo 150.000 diagnosticati, e ogni anno vengono effettuate 10.000 nuove diagnosi, con un incremento annuo di circa il 10%.
Per verificare se il momento della prima introduzione del glutine abbia un effetto sulla successiva probabilità di ammalarsi, Carlo Catassi e Alessio Fasano hanno seguito oltre 700 bambini in 20 centri di tutta Italia: un gruppo di piccoli ha ricevuto la prima pappa con il glutine a 6 mesi, l'altro a 12 mesi. Tutti sono stati analizzati per la presenza dei geni che predispongono alla celiachia e sono stati seguiti poi per 10 anni. I risultati mostrano che il momento di introduzione del glutine non fa alcuna differenza sulla successiva probabilità di sviluppare la celiachia, né è stato osservato un effetto protettivo da parte dell'allattamento al seno.
Scoprire la celiachia significa cominciare da subito a stare meglio e recuperare perfino gli eventuali danni instaurati sulla parete intestinale.