Sanihelp.it – Fabio Fulco, 55 anni, è diventato papà per la seconda volta. L’annuncio è arrivato, come d’uso ormai, via social lo scorso 10 novembre, con un post su Instagram su cui troneggia l’immagine di un fiocco azzurro, accompagnato da questa tenera didascalia: «Alle 5.46 è nato il nostro Principe. Papà, mamma e Agnes sono pazzi di gioia. Benvenuto al mondo G. P.».
L’attore e la moglie, Veronica Papa, avevano annunciato la gravidanza a luglio fa scrivendo: «La vita ci ha sorriso ancora! Un altro angelo sta per arrivare per scrivere un nuovo capitolo della nostra favola». La coppia, insieme dal 2019, ha infatti già una bambina, Agnes, nata nel 2021.
L’annuncio del lieto evento è stato anticipato da un post, sempre su Instagram, in cui Fulco rivela di aver scelto ancora una volta di ricorrere alla conservazione del sangue del cordone ombelicale per uso autologo: «La conservazione delle cellule staminali, in particolare quelle del sangue e del tessuto cordonale, è importante perché queste cellule sono un patrimonio biologico prezioso, capace di rigenerare e riparare diverse cellule e tessuti del corpo, e sono utilizzate per trattare oltre 70 gravi patologie del sangue, del sistema immunitario e metaboliche, come leucemie e linfomi. La conservazione offre un’opportunità di cura futura per il neonato e la sua famiglia, fornendo cellule altamente compatibili e con un basso rischio di rigetto» ha scritto citando la biobanca localizzata a San Marino scelta allo scopo.
Nel nostro paese, ogni futura mamma può scegliere se donare o meno il sangue del cordone ombelicale o, ancora, se conservarlo per un eventuale uso personale. In particolare il sangue cordonale può essere raccolto per essere donato, in maniera gratuita e anonima, per essere utilizzato per un trapianto terapeutico su persone compatibili.
Come spiega il Ministero della salute, la donazione «mette a disposizione della comunità internazionale cellule staminali emopoietiche del sangue del cordone ombelicale per la cura, attraverso il trapianto allogenico, di pazienti adulti e pediatrici affetti da malattie quali: leucemie, linfomi, talassemie e alcuni gravi difetti congeniti del sistema immunitario». Nell’attesa il sangue donato viene conservato per anni, a spese del Servizio Sanitario Nazionale, in apposite strutture sanitarie italiane autorizzate, le Banche del Sangue del Cordone (ne abbiamo 18 sul territorio nazionale), che ne garantiscono l’idoneità, la qualità, la sicurezza e la tracciabilità.
Può essere conservato sempre gratuitamente nelle stesse banche ma ad esclusiva disposizione del neonato o di un suo consanguineo, solo in presenza, nel neonato o nel consanguineo, di una patologia documentata, trattabile con le staminali cordonali o in caso di famiglie a rischio, sempre documentato, di avere figli con malattie genetiche per cui l’uso di tali cellule risulti appropriato.
Non è invece consentito conservare su suolo italiano il sangue cordonale per un eventuale utilizzo personale in assenza di patologie, perché la probabilità di usare le proprie cellule cordonali in tali casi è bassissima (il trapianto autologo è al momento raramente praticato), mentre condividerle aumenta per tutti la possibilità di trovare cellule compatibili in caso di malattia. Si può però, a proprie spese, esportare il sangue prelevato alla nascita e conservarlo presso una biobanca sita all’estero, come hanno scelto di fare Fulco e consorte.



