Patologie
Tendinopatia dell'Achilleo
di Redazione Salute
Pubblicato il: 10-01-2012
Pubblicato il: 10-01-2012
La tendinopatia dell'Achilleo è una condizione clinica causata per lo più da un eccesso di carico a discapito del tendine d'Achille.

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Tra le cause principali all’origine della tendinopatia dell’Achilleo l’eccessivo stress meccanico che, se combinato con fattori congeniti penalizzanti quali un’alterazione dell’appoggio del piede (iperpronazione o supinazione) o un’eccessiva retrazione della catena posteriore (tricipite surale e/o muscoli ischio crurali) aumenta le probabilità di sviluppo della patologia.
Altre cause da non sottovalutare sono: un uso eccessivo di corticosteroidi, antibiotici e alcune categorie di farmaci (quali statine ecc.), uno stile di vita non ottimale, sovrappeso, mancanza di tono trofismo muscolare, scarpe inadatte ecc.
Generalmente, se il tendine non è lesionato, la teninopatia può essere risolta nell’arco di un mese. Ma come? Lo abbiamo chiesto a un tecnico del settore, Gianluca Spinelli, massofisioterapista e personal trainer che opera in diverse strutture di Milano e Provincia.
Di seguito le sue 5 regole per riuscire a risolvere il problema.
1) Riposo
Prima regola: interrompere l’attività sportiva e iniziare fin da subito a praticare applicazioni di ghiaccio localizzate da ripetere più volte al giorno per un tempo massimo di 5/10 minuti per volta.
2) Esame medico
Se le precauzioni suggerite al punto n. 1 non hanno sortito l’effetto desiderato e quindi il dolore è ancora presente, bisognerà prolungare il periodo di riposo a 15 giorni ed eventualmente sottoporsi a una ecografia per valutare l’entità della patologia.
3) Talloniera o plantare
Durante il periodo di riposo sopra descritto potrebbe rivelarsi utile l’utilizzo di una talloniera e/o di un plantare. Si tratta di supporti il cui scopo è quello di mantenere leggermente sollevato il tendine durante le normali attività giornaliere in modo da ridurre la tensione e di conseguenza il dolore.
4) Stretching & Co.
A questo punto il dolore dovrebbe essere rientrato ma il processo di recupero funzionale per la ripresa della normale attività sportiva è ancora in atto. Via libera dunque a stretching per la catena posteriore, tricipiti surali e ischio crurali, massoterapia finalizzata a ridurre i tempi di recupero, potenziamento con esercizi eccentrici ed esercizi di propiocettività.
5) Prevenire è meglio che curare
Se il problema è nato anche a seguito di un fattore congenito e/o di squilibri muscolari, difetti dello stile di corsa ecc. affidati a un professionista del settore per correggere tali problematiche. Sii paziete e dedica il giusto tempo al tuo percorso riabilitativo. Non è facile, lo so, ma è l’unica via da percorrere per tornare ad allenarti in sicurezza!
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