Sanihelp.it – L’incidenza del cancro della pelle è aumentata drammaticamente nell’ultimo secolo, ed è quasi raddoppiata nel giro degli ultimi 10 anni.
Oggi, il melanoma è la forma di tumore con il maggior tasso di crescita, soprattutto nell’Europa del nord.
La causa di questa crescita è l’eccessiva esposizione alla luce solare, come dimostra il fatto che il melanoma è essenzialmente una malattia dei popoli di razza bianca, la più esposta agli effetti nocivi del sole.
Un’altra prova di questa tendenza è la relazione tra latitudine e incidenza del melanoma nei popoli bianchi: in altre parole, chi vive nelle regioni più calde e soleggiate è soggetto a un rischio più elevato.
Ma è solo una questione di quanto tempo si trascorre al sole, o anche di come lo si prende?
Una risposta completa non esiste ancora. Tuttavia alcune ricerche dimostrano che chi lavora al coperto, ma prende il sole nel tempo libero, sviluppa un melanoma più frequentemente rispetto a chi lavora sempre all’aperto. Questo convalida la tesi che l’intermittenza dell’esposizione al sole sia un fattore di rischio determinante: il passaggio dalla carnagione bianca in inverno, rossa in primavera e marrone in estate è molto pericoloso.
Ma non finisce qui. Anche scottature e ustioni sono fattori significativi di rischio di melanoma. Purtroppo la crema solare non è una soluzione: se da un lato protegge la pelle dai raggi ultravioletti B (UVB), dall’altra può indurre a una maggiore esposizione ad altri tipi di raggi dannosi (gli ultravioletti A e C).
L’unica soluzione, a maggior ragione in età infantile, è quella di esporsi al sole il meno possibile, rinunciando a un po’ di tintarella in nome di una pelle sana.
Il quinto comandamento per la prevenzione dei tumori dovrebbe quindi suonare così: EVITA LE SCOTTATURE, E RIDUCI LA DOSE COMPLESSIVA DI ESPOSIZIONE AL SOLE.