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6 accorgimenti per mangiare sano e limitare i pesticidi

Sanihelp.it – La massiccia presenza di pesticidi e altri inquinanti chimici, come il cadmio, nel nostro ambiente e nella nostra alimentazione, suscita una forte preoccupazione. Sebbene esistano norme che limitano la quantità di residui tossici ammessi sui prodotti alimentari, può essere difficile, come consumatori, fare scelte responsabili per la propria salute e per l’ambiente.


Ecco, sei semplici accorgimenti per limitare l’esposizione ai pesticidi e agli inquinanti. Secondo gli esperti, queste abitudini consentirebbero di limitare fino al 95% dei problemi.

6 abitudini da adottare per limitare l’esposizione ai pesticidi e ad altre sostanze chimiche

  1. Limitare gli alimenti troppo grassi, zuccherati o salati

Limitare l’eccesso di grassi, zuccheri e sale non solo migliora la salute metabolica, ma allontana anche dagli alimenti altamente trasformati, spesso vettori di additivi e ingredienti il cui impatto sulla salute rimane insufficientemente documentato quando vengono combinati. L’eccesso di sale, zucchero e grassi saturi è direttamente associato a un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.

2. Prestare attenzione alla composizione dei prodotti alimentari

Sempre in tema di alimenti ultra-processati, gli esperti ricordano che un elenco di ingredienti lungo è spesso segno di una trasformazione importante. Più è lunga, più il prodotto rischia di contenere additivi, agenti di consistenza o aromi i cui effetti cumulativi sono ancora poco conosciuti. Sottolineano l’importanza di tornare a preparazioni semplici quando possibile, riappropriandosi di ricette elementari piuttosto che acquistare prodotti industriali complessi.

3. Mangiare biologico il più possibile

Mangiare biologico è il modo più efficace per ridurre l’esposizione ai pesticidi, anche quando i livelli misurati rimangono al di sotto dei limiti normativi. Ciò vale sia per la frutta e la verdura che per i prodotti di origine animale come il prosciutto, la carne o le uova. Gli esperti ricordano che alcuni alimenti devono essere acquistati prevalentemente biologici, in particolare quelli di cui non si rimuove la buccia: fragole, ciliegie, cetrioli, peperoni o mele. Recenti analisi hanno persino dimostrato che alcuni agrumi, come i limoni verdi o le clementine, presentano residui nonostante la presenza di una buccia spessa. Al contrario, prodotti come melograni, kiwi o noci sembrano essere più protetti. Anche la dicitura “senza residui di pesticidi” può offrire un’alternativa, poiché garantisce l’assenza di residui nel piatto.

4. Ridurre il consumo di alcuni alimenti

Alcune categorie di alimenti espongono maggiormente a contaminanti preoccupanti. Gli esperti ricordano che il cadmio, un metallo pesante classificato come cancerogeno, si trova nei cereali, nel riso, nella pasta e nel cioccolato. Cita anche il caso dei nitriti e dei nitrati utilizzati nei salumi.

5. Verificare l’origine dei prodotti

I livelli di residui di pesticidi nella frutta e nella verdura coltivata in Europa vengono regolarmente valutati e che il 96% dei campioni rispetta i limiti massimi consentiti. Fare questa scelta, spiega, significa affidarsi a controlli affidabili ed evitare le importazioni da paesi in cui le normative possono essere meno severe. Il rispetto della stagionalità consente inoltre di accedere a prodotti meno costosi e che richiedono meno trattamenti.


6. Eliminare il più possibile la plastica

Gli esperti raccomandano di prestare particolare attenzione ai materiali plastici a contatto con gli alimenti, soprattutto in presenza di calore. Consiglia di trasferire riso, pasta o cereali in un contenitore neutro prima della cottura o del riscaldamento per evitare la migrazione di microparticelle. Sottolinea inoltre l’importanza di acquistare frutta e verdura sfusa per ridurre il contatto con gli imballaggi e di limitare il consumo di acqua in bottiglia. Infine, ricordano che le pentole in teflon devono essere sostituite non appena il rivestimento si danneggia, altrimenti le particelle possono staccarsi e contaminare i cibi.

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