Sanihelp.it – L'estate è forse il periodo in cui si tende ad alzare maggiormente il gomito: tra aperitivi, happy hours e feste in spiaggia, risulta probabilmente più facile cedere alla tentazione di una birra, di un bicchiere di vino, o di un mojito tra amici. Sebbene possa essere una eventualità assolutamente comprensibile, occorre non perdere di vista i danni che l'organismo patisce a causa dell'assunzione di alcolici. L'organo più colpito risulta essere ovviamente il fegato, deputato alla sua metabolizzazione: tra le patologie più comuni la steatosi epatica, l'epatite alcolica e la cirrosi epatica.
Tuttavia, non è solo il fegato a patire: il cuore, l'apparato digerente, il pancreas, il cervello sono tutti organi che vedono diminuire la propria funzionalità. E se è forse vero che un bicchiere di vino al giorno non ha mai ucciso nessuno, eccedere con gli alcolici aumenta le probabilità di sviluppare ben sette tipi di tumori differenti: a bocca e gola, alla laringe, all'esofago, al colon, all'intestino, alla mammella e, ovviamente, al fegato. Questa è la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori neozelandesi dell'Università di Otago, pubblicato recentemente sulla rivista specializzata Addiction. Le conclusioni a cui sono giunti gli esperti sono inequivocabili: e maggiore la quantità di alcol ingerito, maggiore il rischio di neoplasia.
Non si conosce ancora il meccanismo con cui alzare il gomito scateni la malattia, ma l'ipotesi è che contribuisca a modificare il nostro codice genetico. Secondo quanto pubblicato, la stima dei decessi per tumori riconducibili al vizio di Bacco parla di circa mezzo milione di vittime durante il solo 2012: il che significa circa il 6% del totale. Particolarmente a rischio le bevitrici: coloro le quali consumano 2 unità di alcol al giorno presentano una probabilità di ammalarsi di cancro alla mammella, e di morire di questa patologia, del 16% maggiore; statistica che cresce fino al 40% per chi raggiunge le 5 unità. Considerato che una unità di alcol equivale a circa un bicchiere piccolo di vino, in una bottiglia di birra o in un bicchiere da bar di superalcolico, si capisce bene come non sia poi così difficile sforare il limite.