Sanihelp.it – Una nuova combinazione di farmaci, dai nomi difficili, prolunga in modo significativo la sopravvivenza e il tempo libero da progressione della malattia nei pazienti con mieloma multiplo resistente o recidivo. Si tratta di belantamab mafodotin con bortezomib più desametasone (Bordex), che hanno dato risultati migliori rispetto alla classica cura con daratumumab più Bordex.
Il mieloma multiplo è un tumore che si sviluppa dal midollo osseo, tessuto spugnoso presente nella parte centrale di alcune ossa, che ha il compito di produrre le cellule del sangue. Il mieloma è chiamato multiplo perché si manifesta in diverse parti del corpo, come per esempio la colonna vertebrale, il cranio, il bacino e le costole.
I sintomi, soprattutto all’inizio, possono non essere evidenti, ma quando sono presenti comprendono dolori, fragilità delle ossa, stanchezza, facilità a contrarre infezioni e sanguinamenti.
Il mieloma multiplo è il terzo tumore del sangue più comune a livello globale e ha la tendenza a diventare resistente ai trattamenti, ragion per cui è necessario studiare nuove terapie.
«I pazienti affetti da mieloma multiplo» spiega Hesham Abdullah, Vicepresidente senior, Global Head Oncology, R&D, Gsk «necessitano, dopo la prima recidiva, di opzioni terapeutiche efficaci, facilmente accessibili e con nuovi meccanismi d’azione. Siamo particolarmente incoraggiati dal potenziale di belantamab mafodotin in combinazione con BorDex nel far fronte alle esigenze insoddisfatte nel mieloma multiplo recidivante/refrattario, dato il confronto testa a testa con il regime di cura standard basato su daratumumab».
Dal punto di vista della sicurezza e della tollerabilità questa associazione è coerente con il profilo di sicurezza richiesto per i farmaci.