Sanihelp.it – Miagolii e versi, i gatti non hanno la parola ma riescono a comunicare in modo abile. Essere elegante e misterioso, il gatto sa farsi capire molto bene dal suo padroncino. Non si limita solo ai classici miagolii, ma sfrutta una serie di versi e suoni che hanno un codice, che può essere tradotto dagli umani. Hanno un’ampia gamma di vocalizzazioni rispetto ad altri animali domestici, proprio come gli uccelli, anche se non esiste scientificamente prova dell’ufficialità del loro linguaggio, ci sono circa sei suoni che il pet emette che sono facili da interpretare, anche se possono variare da animale ad animale. Ciò dipende dalla razza, dalle sue abitudini, dal carattere del micio.
Il verso più usato è il miao che serve al gatto per attirare l’attenzione e comunicare qualcosa, che può essere la richiesta di cibo o semplicemente per esprimere felicità per la presenza del padroncino attorno a lui o perché magari vuole aperta la porta di una stanza.
Quando invece il micio fa le fusa vuole comunicare che sta bene, soprattutto quando lo fa a seguito delle coccole. Quando al contrario emette un sibilo, lo fa per avvisare che si sente in pericolo, come se avvertisse una sorta di minaccia e di conseguenza si protegge emettendo questa sorta di fischio.
Quando emette una sorta di ululato, sta esprimendo un disagio. Se batte i denti è segno che sta raggiungendo il suo obiettivo, la sua preda, come nel caso di un insetto che sta per cacciare. È un verso tipico del predatore. Altro verso tipico del gatto è quello di urlare, che emette quando si accoppia.