Sanihelp.it – Chiamata anche Dilatazione-torsione Gastrica (in inglese Gastric Dilatation and Volvulus), è una grave patologia che può mettere in serio pericolo la vita del nostro cane. In questi casi il fattore tempo è molto importante, perché intervenendo tempestivamente si hanno maggiori probabilità di sopravvivenza dell’animale.
Colpisce maggiormente cani di taglia grande o gigante, ma anche cani di piccola e media taglia che presentano un torace profondo. Di solito si manifesta in cani in età avanzata (7-10 anni) anche se non c’è una predisposizione di sesso ed età. Per quanto riguarda invece la predisposizione della razza sono colpiti più frequentemente: Dobermann, Weimaraner, Pinscher, Pastori Tedeschi, Barboncini Medi, Alani, San Bernardo, Setter Irlandesi e Setter Gordon.
La dilatazione-torsione è definita come una vera e propria distensione dello stomaco, causata dalla presenza di gas e liquido. A questo segue una vera e propria torsione con lo stomaco che ruota sul suo asse maggiore provocando un’occlusione del deflusso.
L’eziologia che scatena questa pericolosa patologia rimane tutt’ora sconosciuta, ma sono stati analizzati una serie di fattori predisponenti, oltre ad età, razza e taglia dell’animale, che possono agire insieme o anche singolarmente:
• Fattori anatomici: torace profondo, lassità o rottura dei legamenti gastrici;
• Fattori comportamentali: animali nervosi ed irrequieti;
• Riempimento gastrico: cibo (animali alimentati con un solo pasto al giorno, quelli che si abbuffano o mangiano troppo velocemente e animali alimentati in gruppo) e/o acqua (animali che consumano grossi quantitativi d’acqua durante il pasto);
• Diete molto fermentescibili: cibo secco con cereali o soia;
• Altri fattori: elevato movimento fisico prima e dopo il pasto, corse, salti e rotolamenti.
Si possono verificare 2 casi:
• Dilatazione semplice: lo stomaco è pieno di aria e materiale schiumoso, ma conserva la posizione corretta;
• Dilatazione-torsione: stessa condizione ma in questo caso si verifica una rotazione variabile (180-220°) dello stomaco sul proprio asse.
Di solito la rotazione avviene in senso orario e con la rotazione dello stomaco si muovono anche il piloro e il duodeno che si portano sotto lo stomaco, passando dalla parte sinistra a quella destra dell’addome, per poi posizionarsi sotto il cardias. Anche la milza subisce uno spostamento, essendo legata allo stomaco dal legamento gastro-splenico e quindi si posiziona nel lato ventrale destro dell’addome, provocando congestione, occlusione dei vasi splenici e splenomegalia (aumento delle dimensioni della milza).
Le conseguenze che si verificano sono: occlusione del cardias e piloro, compressione della vena cava caudale, vena porta, e di quella splenica e quindi una riduzione del ritorno venoso, gittata cardiaca, pressione venosa centrale e pressione arteriosa. Quindi si avrà un minore apporto di sangue ossigenato ai reni, cuore, fegato, pancreas e intestino tenue.
Infine possono anche verificarsi delle aritmie cardiache, necrosi della parete gastrica (dovuta all’azione di strangolamento provocata dalla torsione) e accumulo di endotossine nel tratto gastrico a causa della riduzione del flusso sanguigno, provocando la formazione di piccoli coaguli nei capillari sanguigni.
I sintomi che possono insorgere in un cane sono: rigonfiamento dell’addome (diventa grosso come un pallone), agitazione e irrequietezza (l’animale non riesce a sdraiarsi), respiro affannoso, conati di vomito non produttive ma con emissioni schiumose, ipersalivazione.
Cosa fare in questi casi? Il fattore tempo è fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza dell’animale. Bisogna innanzitutto portare al più presto l’animale dal veterinario che interverrà subito cercando di stabilizzare il suo stato di salute e procederà con la decompressione dello stomaco (l’aria presente verrà rimossa inserendo una sonda gastrica nello stomaco), somministrerà fluidi per lo stato di shock e una volta stabilizzato, procederà ad un intervento chirurgico per il riposizionamento e la fissazione dello stomaco (gastropressi) per evitare una recidiva.
Sulla base di quanto detto la prevenzione è sempre la miglior cura. Ma cosa si può fare per prevenire questa grave patologia? Ad oggi non esiste una vera e propria prevenzione in senso assoluto ma può essere controllata e limitata nei soggetti predisposti prendendo alcuni accorgimenti:
• somministrare l’alimento in due o più pasti anziché in uno solo (soprattutto per i cani di grossa taglia);
• evitare di far bere grandi quantitativi di acqua durante il pasto (la somministrazione di mangime secco e l’assunzione di abbondante acqua dopo il pasto possono creare un pericoloso effetto spugna);
• evitare di sottoporre il cane ad un’intensa attività fisica circa un’ora prima e un’ora dopo il pasto;
• secondo alcuni studi, è meglio somministrare il cibo a terra piuttosto che in posizione sopraelevata;
• alcuni veterinari consigliano un gastropressi preventiva nei soggetti predisposti.