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La lipidosi epatica nel gatto

Salute e animali

Sanihelp.it – La lipidosi epatica rappresenta la più comune patologia del fegato del gatto. Può essere primaria (o idiopatica), cioè senza una causa precisa, oppure secondaria ad altre malattie che provocano anoressia e perdita di peso. Tra le patologie che possono essere collegate alla lipidosi ricordiamo altre malattie del fegato, patologie del pancreas, dell’apparato gastrointestinale e dei reni, diabete mellito, tumori, obesità. Può però capitare anche che un cambiamento nell’alimentazione risulti sgradito e che il gatto smetta quindi di mangiare, o che sia proprio il padrone a imporre un regime dietetico severo per fargli perdere peso. Anche in questi casi si può sviluppare la lipidosi. Tra i sintomi più comuni vomito, abbattimento, anoressia e perdita di peso repentina. Tipica è la comparsa di ittero, cioè il colore giallo delle mucose. Lo squilibrio elettrolitico può condurre a carenza di potassio con conseguente debolezza muscolare che si può manifestare con un tipico atteggiamento di ventroflessione del collo o decubito permanente. Se il gatto smette di mangiare, bisogna intervenire subito perché possono essere sufficienti anche pochi giorni senza cibo per provocare l’insorgenza di una lipidosi, che può essere anche mortale, se non adeguatamente trattata. 


Perché succede questo? Se il gatto non mangia, e quindi non introduce la giusta quantità di proteine, l’organismo è costretto a mobilizzare i grassi per convertirli in energia. Questo fa sì che il fegato venga sottoposto a un enorme lavoro per il quale non è adatto: la veloce trasformazione dei grassi in energia, che porta a un sovraccarico di lavoro del fegato nel quale i grassi si accumulano (fegato grasso) portando allo sviluppo della lipidosi epatica.

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