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Pericolo zecche: l’anaplasmosi

Salute e animali

Sanihelp.it – L’anaplasmosi è dovuta alle cosiddette zecche del bosco (Ixodes ricinus), che vivono in aree rurali e boschive, e trasmettono la malattia durante la puntura che consente loro di compiere il pasto di sangue.


I responsabili sono dei batteri gram-negativi dell’ordine Rickettsiales, genere Anaplasma. 

L’Anaplasma phagocytophilum è l’agente eziologico dell’anaplasmosi granulocitaria, che in genere colpisce il cane e molto raramente il gatto, attaccando i granulociti neutrofili. 

Anaplasma platys causa invece la trombocitopenia ciclica infettiva, in cui vengono infettate le piastrine, che può colpire il cane. 

I batteri penetrano nella cellula ospite e ne causano la morte, dopo di che si liberano nel sangue periferico e vanno a infettare altre cellule ematiche.

Per quanto riguarda l’anaplasmosi granulocitaria i sintomi, che si manifestano dopo circa 15 giorni di incubazione, non sono specifici: febbre alta, inappetenza, letargia, dolore agli arti, petecchie emorragiche, pallore delle mucose e talvolta vomito, diarrea, difficoltà respiratoria, tosse e, in casi più rari, disturbi neurologici come crisi convulsive.

Nel gatto i sintomi sono simili, con febbre, pallore delle mucose, anoressia, letargia.

Nella trombocitopenia ciclica infettiva si può manifestare inoltre epistassi (perdita di sangue dal naso).

A causa dei sintomi comuni a diverse malattie, non è sempre facile diagnosticare l’anaplasmosi, ma un prelievo di sangue per verificare se l’animale è positivo permette di iniziare la corretta terapia che, se attuata precocemente, consente una guarigione completa.

Il trattamento d’elezione è antibiotico, in genere a base di doxiciclina. Non esistono vaccini per questa patologia, la prevenzione si basa sull’assunzione di farmaci specifici antiparassitari o l’applicazione di prodotti repellenti topici.

L’anaplasmosi è una zoonosi, cioè può essere trasmessa anche all’uomo, non dal cane infetto, ma dalla puntura della zecca.

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