Sanihelp.it – Il termine chemioterapia si riferisce all’impiego di farmaci citostatici in grado di controllare la crescita tumorale, con vari meccanismi, allo scopo di migliorare la qualità della vita e aumentare la sopravvivenza.
Per valutare la possibilità di sottoporre l’animale alla chemioterapia bisogna tenere in considerazione diversi parametri, come l’età, la funzionalità cardiaca, epatica e renale.
I farmaci antitumorali sono diversi e vengono scelti in base al tipo di tumore e alle caratteristiche del cane. Una volta arrivati all’interno della cellula neoplastica possono agire sul DNA, sugli enzimi, sulle membrane e sui microtubuli.
Tra gli antineoplastici si trovano:
antibiotici, come la doxorubicina, efficace contro sarcomi, carcinomi mammari, della tiroide e linfomi;
antimetaboliti, come il 5-fluorouracile (controindicato nei gatti), che interferiscono con la moltiplicazione cellulare, e vengono utilizzati nei tumori solidi e gastrointestinali;
agenti alchilanti, come ciclofosfamide, clorambucile e lomustina, usati contro leucemie, linfomi, sarcomi;
alcaloidi della vinca, tra cui vincristina, ben tollerata anche dai gatti;
agenti a base di platino, come cisplatino, per carcinomi inoperabili e disseminati, e carboplatino;
cortisonici.
Proprio come negli umani, anche nei cani la chemioterapia può dare pesanti effetti collaterali, che in genere dipendono dalla dose che viene somministrata. Piuttosto comune è la tossicità midollare, e poiché il midollo produce i globuli bianchi, è opportuno, prima di ogni sessione di chemioterapia, eseguire una conta dei neutrofili, in quanto la neutropenia è un effetto avverso molto frequente. Si possono osservare inoltre febbre, inappetenza, debolezza, nausea, vomito, anemia, riduzione dei livelli delle piastrine nel sangue.
I disturbi provocati da queste cure sono davvero numerosi e pesanti, ma oggi ci sono figure professionali specializzate, i veterinari oncologi, che potranno seguire l’animale nel suo percorso e consigliare al meglio il proprietario.