Sanihelp.it – L’asma felina, o broncopatia felina, è una patologia che colpisce prevalentemente i gatti adulti ed è caratterizzata da un aumento della risposta infiammatoria delle vie aeree a diversi stimoli. Il gatto asmatico accusa tosse, sibili e difficoltà respiratoria, scarso appetito, spossatezza, a seconda della gravità della malattia. La progressione dei sintomi può avvenire lentamente, fino ad arrivare a broncocostrizione e dispnea improvvisa. Fra un attacco respiratorio e l’altro il gatto può non mostrare alcun sintomo.
Le cause possono essere diverse, in particolare si tratta di una forma di ipersensibilità delle vie aeree più profonde nei confronti di allergeni ambientali di comune riscontro, come profumi, fumo di sigaretta, sostanze chimiche irritanti e, come sempre, vi è una predisposizione genetica, come per esempio nella razza Siamese.
Per la diagnosi dell’asma felina, il veterinario potrà basarsi sulla visita e su quanto viene riferito dal proprietario, la persona che meglio conosce l’animale. Esami del sangue e delle feci, lastra toracica, che può rivelare ispessimento bronchiale e enfisema alveolare, e lavaggio broncoalveolare, che permette di prelevare materiale presente a livello polmonare e analizzarlo, possono essere di grande aiuto per arrivare a una conclusione definitiva.
A questo punto è necessario impostare una terapia: quando si riesce a identificare l’allergene che provoca l’asma, si deve provvedere alla sua eliminazione, ma questo avviene raramente, in quanto è molto difficile individuare l’allergene, o questo è ubiquitario o il gatto è sensibile a più allergeni. In ogni caso, è consigliabile rimuovere diffusori di profumi, candele profumate, fumo di sigaretta, lettiere profumate.
La terapia farmacologica, nella fase acuta, si basa sull’utilizzo di broncodilatatori, che agevolano il flusso di aria soprattutto in entrata dilatando le vie aeree, come terbutalina e aminofillina.
Usati sono anche i cortisonici, come desametasone e fluticasone, sotto forma di aerosol o compresse, per ridurre l’infiammazione.
Se è presente una eccessiva quantità di muco si possono somministrare dei mucolitici, mentre gli antibiotici normalmente non sono necessari, a meno che non si accerti la presenza di una infezione secondaria.