Sanihelp.it – Solo protesi, addio. Arriva dall'ultimo congresso della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, SICPRE, che si è concluso ieri a Bergamo sotto la presidenza di Enrico Robotti, l'ultima novità della mastoplastica additiva: un aumento misto che si ottiene abbinando l'impianto di protesi al trasferimento di grasso autologo, cioè prelevato dalla paziente stessa.
«È una tecnica che dà risultati molto naturali – spiega Fabrizio Malan, presidente della SICPRE -. Dopo aver inserito le protesi, si esegue una piccola lipoaspirazione, prelevando il tessuto adiposo dai punti in cui è naturalmente presente, come cosce, addome o glutei. Il grasso viene poi depurato, trattatato e trasferito nelle mammelle, per aumentare ulteriormente il volume del seno e soprattutto per 'sfumare' contorni e profili che potrebbero denunciare il ritocco».
Infatti, soprattutto quando si richiede un aumento notevole e la ghiandola è piccola, il margine superiore della protesi può essere visibile, con un effetto tutt'altro che naturale. Ma oltre che per migliorare il risultato estetico, il grasso ha anche un'indicazione… preventiva.«Secondo alcuni autori – dice ancora Malan – il lipofilling nella mastoplastica additiva ha un altro importante effetto, quello di ridurre il rischio di contrattura capsulare, che si verifica quando la capsula, il tessuto che l'organismo produce come naturale reazione alle protesi, va incontro a una retrazione le cui cause conosciamo solo in parte. L'effetto può essere quello di mammelle asimmetriche e innaturali».
Ma qualche aspetto negativo ce l'ha anche l'abbinata tra protesi e lipofilling e questo aspetto negativo è il costo. Perché se è vero che piccola lipoaspirazione e trasferimento del grasso avvengono nel corso della stessa seduta operatoria (e quindi si tratta di 2 interventi in 1), anche il lipofilling ha ovviamente un costo, che si va ad aggiungere a quello dell'intervento di mastoplastica tradizionale. «Ma ovviamente – ricorda Malan – non c'è improvvisazione e ogni aspetto viene discusso e approfondito prima dell'intervento». Da mettere in conto anche le incisioni, che si trasformeranno in cicatrici. Per la mastoplastica additiva la via d’accesso più frequente è il margine inferiore dell’areola, la parte di cute più scura che circonda il capezzolo, dove viene praticata un’incisione. Proprio in quanto posta in una zona di confine (tra la cute e l’areola) questa cicatrice tende ad essere invisibile, come del resto quelle lasciate nelle sedi donatrici dal lipofilling, lunghe pochi millimetri.