Sanihelp.it – L'Occidente è permeato dallo spirito di competizione. Sul lavoro, in famiglia, nelle relazioni quotidiane ci si sente sempre sotto pressione, si percepisce la necessità di essere i migliori in tutto e di superare gli altri.
Ma lo yoga non dovrebbe essere incluso in questo quadro sconfortante, fatto di stress e di odio per gli altri. Anzi, la disciplina indiana insegna l'esatto opposto.
Tuttavia, soprattutto nel caso in cui si frequentino classi realizzate all'interno delle palestre, ci si può sentire in dovere di fare meglio degli altri: di “stirarsi” di più, di stare meglio in equilibrio e così via.
Non c'è nulla di più sbagliato! Ma come portare la competizione fuori dalla Shala (cioè dalla sala della pratica)?
In primo luogo, non ponetevi degli obiettivi costituiti dalla vostra fisicità, ma concentratevi sulle vostre intenzioni. Un esempio? Volete migliorare il vostro equilibrio in una data posizione? Non ponetevi l'obiettivo di realizzarla alla perfezione, ma quello di sentirvi bene in equilibrio, di percepire il vostro corpo più forte, stabile e in armonia.
Inoltre, cercate di stare lontani dagli specchi! Imparate subito a sentire il vostro corpo, e non a vederlo. Percepite le gambe forti, la schiena, e seguite le indicazioni del vostro insegnante.
Infine, trovate qualcuno che vi ispiri: un Maestro, un allievo al vostro stesso livello. Cercate di carpirne la vera essenza e fate che sia questo il vostro esempio, non quello costituito da contorsionisti che poco hanno a che fare con il vero yoga.