Sanihelp.it – «Le persone pensano che i geni siano tutto. In realtà l’ambiente in cui il neonato cresce nei primi 1.000 giorni di vita influenza il modo in cui i geni si comporteranno nel corso dell’esistenza». Lo ha affermato il professor Laurent Storme,dell’Ospedale universitario di Lille, nel 13° Simposio Internazionale sull’Allattamento al Seno e sulla Lattazione di Medela. È stato dimostrato che nessun altro intervento durante i due anni successive alla nascita ha un impatto altrettanto positivo quanto l’allattamento al seno.
Un numero crescente di evidenze scientifiche indica nell’epigenetica – l’influenza dell’ambiente sullo sviluppo genetico – la chiave di lettura per individuare il processo di sviluppo delle malattie. Se i geni possono suggerire previsioni circa lo sviluppo di una determinata patologia, quello su cui il singolo individuo può agire per attivare o meno la predisposizione genetica è il contesto ambientale.
Secondo il professor Storme, la salute comincia a deteriorarsi già dopo i due anni e un contesto ambientale favorevole può posticipare questo deterioramento. Un concetto che è stato validato da diversi studi. «Le malattie che si manifestano nel corso dell’esistenza sono programmate in gran parte durante quei primi 1.000 giorni di vita – continua Storme – Questo è il futuro della medicina: migliorando il contesto ambientale in cui madre e bambino vivono in quei primi mille giorni potremo ridurre le patologie croniche in età adulta. Sebbene abbiamo bisogno di condurre più studi esistono già solide evidenze scientifiche sul fatto che i benefici dell’allattamento al seno iniziano nell’infanzia e continuano per tutta la vita».
La ricerca mostra che l’allattamento al seno previene l’obesità in età adulta e porta a risultati cognitivi più alti nei bambini, negli adolescenti e nei giovani. I primi benefici cognitivi sono evidenti dopo tre mesi di allattamento esclusivo al seno e aumentano con l’aumentare della durata dell’allattamento, specialmente se questo si protrae oltre i 6 mesi. Uno studio lega i punteggi cognitivi positivi di un gruppo di 67enni all’allattamento al seno. Un altro mostra che i bambini allattati al seno ottengono benefici psicologici all’età di 30 anni. I neonati vulnerabili, come i prematuri o quelli con basso peso alla nascita ottengono un beneficio ancora più evidente.
Storme aggiunge che i componenti del latte materno, come la vitamina D, gli Omega-3 e altri fattori sono il risultato di come la madre si nutre, di quanto esercizio fisico fa, delle tossine e dello stress a cui è stata esposta prima della nascita del bambino. Ecco perché i programmi di promozione dell’allattamento al seno come l’IHAB (Baby Friendly Hospital Initiative) in Francia offrono consulenze alle mamme su molti aspetti, dalla dieta al movimento ai cosmetici fino all’acquisto di mobili: un suggerimento è quello di comprare nuovi mobili almeno 3 mesi prima della nascita del bambino per evitare l’esposizione di mamma e bambino a interferenti endocrini instabili.