Sanihelp.it – Secondo i dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità, in Italia fuma il 21,7% delle persone di 15 anni e più, corrispondenti a circa 11,1 milioni di italiani. Di questi, il 23,9% sono uomini (5,9 milioni) e il 19,7% donne (5,2 milioni).
L’età media in cui i giovanissimi iniziano a fumare è 15 anni, sebbene oltre il 34 % dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver iniziato prima, mentre il 50 % nella fascia di età 15 – 17 anni. I dati sono allarmanti, indicando che più di 8 giovani su 10 under 24 iniziano a fumare prima del diciottesimo anno di età. Grave anche la quantità di sigarette consumate: quasi il 13 % dei minorenni ne fuma meno di 15 al giorno, mentre il 7.9 % si spinge fino a 24 e c’è un 1.3 % che consuma oltre le 25 sigarette giornaliere.
Interessanti i dati sulle ragioni che spingono i minori ad avvicinarsi al fumo: 7 intervistati su 10 appartenenti alla classe di età 15 – 24 anni hanno dichiarato che la principale motivazione per cui hanno iniziato è stata l’influenza esercitata dagli amici o il fatto che i propri amici già fumavano.
Anche gli atteggiamenti assunti dalle famiglie e dagli operatori del settore incidono negativamente. Nel 47% dei casi, nelle abitazioni italiane i ragazzi possono fumare dove vogliono senza alcuna restrizione. Inoltre, 8 adulti su 10 hanno dichiarato di non aver mai visto un tabaccaio rifiutarsi di vendere le sigarette a un minore di 16 anni o chiedere un documento per verificare l’età.
Secondo gli esperti, è fondamentale che i bambini giungano all’età dei primi contatti sociali (10 – 11 anni) con un bagaglio di conoscenze accurate sui rischi del fumo. Il dialogo costante tra genitori e figli, nonché tra insegnanti e alunni, è la prima arma di prevenzione: a partire dalle scuole elementari, i bambini sono in grado di capire messaggi chiari anche su argomenti complessi.
Inoltre, gli adulti dovrebbero mostrarsi sempre aperti a fornire qualsiasi tipo di spiegazione venga loro richiesta, senza scandalizzarsi o irritarsi nei confronti di affermazioni provocatorie.
È fondamentale anche l’osservazione del proprio figlio: se appare stanco, irritabile, in preda a continui mal di testa, dolori addominali o al torace, sembra che soffra d’insonnia o di ansia, potrebbe soffrire di stress, condizione che predispone all’uso del tabacco. Forse è impegnato in troppe attività, quindi è bene ripensare ai suoi impegni settimanali.
Un’altra condizione predisponente è la noia: in questo caso il consiglio è quello di coinvolgerlo in attività stimolanti, sempre con la presenza di mamma e papà.
Per sensibilizzare bambini e genitori su questo tema è partita una campagna itinerante intitolata Alessio e Sara in tour per la prevenzione al fumo minorile, realizzata dal Moige, Movimento italiano genitori, con il patrocinio scientifico della SIPPS – Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.
La campagna si svolgerà in 15 centri commerciali, con spettacoli teatrali di burattini. Alle famiglie sarà fornito un opuscolo con i suggerimenti degli esperti per favorire il dialogo tra genitori e figli e promuovere una corretta conoscenza dei rischi derivanti dal fumo attivo e passivo. Per sapere le tappe del tour consultare il sito del Moige: www.genitori.it.