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Teresa Guccini: partorite in ospedali attrezzati

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Sanihelp.it – «Questa foto è del 15 dicembre 22 ed è il momento esatto in cui sono ritornata molto provata in ostetricia dalla terapia intensiva e ho rivisto il mio Pietro arrivato dalla neonatologia un giorno dopo la sua nascita. Ero letteralmente distrutta e tratti senza memoria. Scrivo queste righe ispirata da quanto accaduto a Fedez perché anche io senza i donatori di sangue non sarei qui a raccontare la mia storia ed è perciò doveroso ringraziarli» comincia così il lungo post che Teresa Guccini, 45 anni, figlia del cantautore Francesco ha pubblicato lo scorso 8 ottobre sul proprio profilo Instagram, corredato da una foto in bianco e nero dove la si vede nel letto di ospedale con il figlio nato il giorno prima.


Ispirata da Fedez che dopo il proprio ricovero in ospedale per un’emorragia aveva lanciato un appello a donare il sangue, anche Teresa ha voluto fare la propria parte condividendo l’esperienza vissuta al momento della nascita del figlio. «La mia è stata una gravidanza perfetta e ho fatto un parto naturale, eppure, quando ho espulso la placenta, ho avuto una emorragia gravissima stimata intorno ai 2200cc che mi ha fatto scendere l’emoglobina a 4. Avere l’emoglobina a 4 all’improvviso (il minimo è 12) significa essere ad un passo dall’andarsene. Ci ho messo mesi a elaborare quanto accaduto perché nella gioia della nascita non ho pensato a me stessa. Sono stata portata immediatamente in sala operatoria e da lì non ricordo più nulla. Mi sono svegliata in rianimazione il giorno dopo immobilizzata e intubata e senza Pietro, confusa e senza sapere bene cosa fosse accaduto. È stato difficile ma senza 4 emotrasfusioni e la prontezza degli anestesisti, ostetrici, ginecologi e rianimatori dell’ @santorsola_irccs non ce l’avrei fatta».

Il suo, però, non è solo un appello a donare il sangue. «C’è un altro motivo per cui scrivo ovvero l’importanza del parto in strutture ospedaliere attrezzate di terzo livello» ha continuato. «Donare il sangue è fondamentale così come affidarsi a strutture organizzate per partorire perché durante un parto naturale possono accadere molte cose ed essere lontani da una rianimazione e da una rianimazione neonatale può virare in peggio l'esito delle cose»

Infine, non senza destare qualche critica da parte dei sostenitori del parto in casa, ha aggiunto: «Partorire a casa può essere romantico ma non penso sia una scelta saggia per il proprio bene e per quello del vostro bambino in momenti in cui i secondi fanno la differenza. Io mi sono persa i momenti più belli, quelli di quiete dopo un parto naturale, quelli in cui ci si gode il proprio bimbo sulla pancia e ci si rende conto di una nascita ma posso dire di essere stata fortunata nella sfortuna». E ha poi ringraziato ancora una volta medici e donatori.

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