Sanihelp.it – «Matilde è nata a gennaio, ma già a maggio, a quattro mesi, l’ho portata per la prima volta in acqua con me, a Verona, nella stessa piscina in cui mi sono allenata dai 19 anni in poi e per tutta la mia carriera agonistica. Non lo faccio con la speranza che un domani diventi una campionessa, ma perché desidero trasmetterle il bello di questo elemento, di cui io mi sono innamorata immediatamente» ha raccontato Federica Pellegrini in una recente intervista al magazine Ok salute e benessere.
Non è certo la prima neonata che viene messa a contatto così presto con l’acqua: molte piscine mettono a disposizione in tutta Italia corsi di acquaticità pensati proprio per i bambini di pochi mesi (in genere dai tre mesi circa), per permettergli di prendere dimestichezza con l’elemento. Si tratta in genere di lezioni di circa mezz’ora in cui il bambino è in acqua con un genitore e l’istruttore: si comincia con l’ambientamento nell’acqua (ad esempio il genitore tiene il bambino in acqua a pancia in su e, raccogliendo l’acqua con le mani, gli bagna la testa) per poi arrivare gradualmente, con il procedere delle lezioni, al galleggiamento e all’immersione.
«Per ora è una parentesi di mezz’ora che ci isola dalla routine quotidiana, spesso anche con mio marito Matteo, che quando stacca dagli allenamenti ci raggiunge nella vasca riservata ai bambini piccoli. Matilde è tranquilla, forse anche più della me bambina. Mette la testa sott’acqua, gioca, sguazza mentre la tengo in superficie e studia l’elemento con curiosità» racconta Pellegrini. « È così attenta e ricettiva che si stanca velocemente: confesso di aver scoperto che la piscina è un’ottima strategia per farla addormentare una volta tornate a casa!»
I corsi di acquaticità possono essere anche corsi propedeutici al nuoto, ma non necessariamente: chiaramente se il bambino si ambienta e si abitua a stare in acqua, più facilmente potrà imparare e praticare il nuoto. Al riguardo Federica non sembra avere dubbi: «Ovviamente è presto per immaginare cosa sceglierà di fare un domani, ma sia io che Matteo crediamo molto nelle passioni, quindi qualsiasi sport deciderà di praticare per noi andrà bene e la supporteremo».