Sanihelp.it – Come garantire alimentazione sufficiente agli oltre 860 milioni di persone che oggi soffrono di malnutrizione? Si prevede che il nostro Pianeta nel 2050 raggiungerà i 9 miliardi di abitanti e richiederà un incremento del 70% nella produzione di cibo per soddisfare le necessità della popolazione mondiale, mentre le risorse naturali sono in continua riduzione.
Occorre un profondo ripensamento dei modelli di sviluppo guidato da criteri di sostenibilità ambientale e maggiore equità. Sono solo alcuni dei temi del 4° International Forum on Food and Nutrition organizzato dal Barilla Center for Food and Nutrition a Milano.
Tra i paradossi in gioco, la sproporzione tra quanti non hanno cibo sufficiente per sopravvivere e quanti invece sono ipernutriti suscita uno degli allarmi maggiori. Accanto all’emergenza etica che impone la ricerca di soluzioni in grado di sconfiggere la fame, vi è un crescente allarme legato all’impatto sociale ed economico di sovrappeso e obesità, che già oggi presenta costi non sostenibili: 227 miliardi di dollari all’anno negli USA (tra il 5 e il 10% della spesa sanitaria totale) e 236 miliardi di euro in Europa (l’8% della spesa sanitaria totale). In Italia, dove è obeso il 10% della popolazione (ma è sovrappeso il 45,2%), la spesa supera i 22 miliardi di euro (quasi il 7% della spesa sanitaria totale).
L’emergenza cibo è influenzata anche dal crescere dell’utilizzo di biocarburanti. Se, da un lato, sono sempre più diffusi per le loro basse emissioni inquinanti, la loro produzione, tuttavia, presenta il conto su un altro fronte: una quota sempre maggiore di terreni agricoli, infatti, è dedicata alla produzione di mais da destinare a questo scopo; un utilizzo improprio delle risorse della terra che mette in concorrenza il cibo con i carburanti.
Non ultimo, il problema dello spreco. Ogni anno, nel nostro pianeta, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile vengono sprecati, tra perdite alimentari che avvengono lungo la filiera, scarti di produzione e spreco domestico. Solo i Paesi industrializzati buttano 222 milioni di tonnellate di cibo all’anno, che sarebbero sufficienti a sfamare l’Africa Sub Sahariana. Allo stesso tempo, oltre 860 milioni di persone non hanno sufficienti risorse alimentari.