Sanihelp.it – Il calcio di rigore è uno di quei momenti che nel calcio sa tenere tutti con il fiato sospeso. Ciascuno ha provato almeno una volta a mettersi nei panni del portiere e provare a pensare cosa passa nella mente dell’estremo difensore in quell’attimo di suspence.
Un ricercatore americano rivela però che i portieri non puntano su una giocata al buio. Nella frazione di secondo in cui il calciatore avversario calcia la palla, il corpo tradisce le sue intenzioni e i portieri capiscono se tuffarsi verso destra o verso sinistra, e secondo Gabriel J. Diaz, ricercatore del Rensselaer Polytechnic Institute, «non lo fanno a caso, puntando solo sulla fortuna».
Lo studioso ha registrato migliaia di tiri ricorrendo a quaranta sensori, collocati su diciannove punti del corpo, dalla testa ai piedi. Grazie a questa tecnologia è stato possibile identificare il linguaggio del corpo dei giocatori: tre dei quindici micro-movimenti registrati sono vere e proprie microspie, capaci di rivelare quale direzione prenderà il pallone.
Resta da scoprire perché alcuni portieri sono più abili nel decifrare le direzioni e tuffarsi dalla parte giusta!