L’agnocasto può essere o un singolo alberello o un arbusto alto da 1 a 6 m con fioritura estiva.
Le foglie sono decidue, hanno un odore simile a quello della salvia, di colore grigio verde; i fiori sono ermafroditi a forma di campanella.
Il frutto è una drupa di 3-4 mm, di forma leggermente allungata con il calice che ne avvolge la base, è di colore nero-rossastro, contiene 4 semi simili al pepe nero ecco perché viene anche chiamato monk’s pepper
Storia: Il nome agnocasto deriva dal latino castitas, castità e agnus agnello.
L’agnocasto veniva g ià menzionato da Plinio nel I secolo d.C. e nelle opere di Dioscoride, Ippocrate e Teofrasto.
Per Ippocrate l’agnocasto era in grado di curare le lesioni, le infiammazioni e l’ingrossamento della milza mentre macerare le foglie di agnocasto era utile per le emorragie e i postumi del parto.
In inglese l’agnocasto è chiamato chaste tree perché si pensava potesse azzerare la libido delle donne che l’assumevano.
Vi era inoltre l’usanza di mettere i boccioli di agnocasto nell’abito dei novizi nella speranza di sopprimerne la libido.