È una felce molto particolare, una pianta erbacea perenne con un fusto che può arrivare ai 50 cm, di colore verde in estate, presenta numerosi nodi con tipiche ramificazioni ad ombrella; non ha né fiori né semi.
E’ una pianta sporiforme pur non avendo fiori sviluppa una struttura a cono che contiene le spore.
A scopo erboristico sono utilizzati i fusti sterili che si raccolgono da maggio a luglio.
Storia: Il nome equisetum deriva dal latino equus = cavallo e seta = crine e descrive molto bene gli steli rigidi della pianta.
Già i Greci e i Romani usavano l’equiseto per fermare l’emorragia, guarire le ulcere e le ferite.
Secondo Plinio il Vecchio bastava tenere in mano dell’equiseto per bloccare le emorragie.
Per gli agricoltori l’equiseto è solo un’erbaccia infestante: per il suo elevato contenuto in silicio i fusti sterili possono essere utilizzati dagli artigiani per lucidare superfici di peltro, alluminio e bronzo.
L’equiseto viene utilizzato come una sorta di carta vetrata per lucidare le superfici di legno pregiato