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Microbiota e salute mentale, un rapporto stretto

Benessere a 360°

Sanihelp.it – Un dialogo continuo e serrato. Tramite il sistema nerviso enterico l’intestino è in costante connessione con il cervello. Ecco allora che in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra il 10 ottobre, la dottoressa Roberta Lanza, Farmacista e Scientific Advisor, Schwabe Pharma Italia ci spiega quali sono le connessioni tra i due organi e come è possibile agire attraverso il microbiota intestinale per preservare benessere e serenità. Anche con l’aiuto delle erbe.


Simili anche nella struttura, cervello e intestino dialogano tra loro utilizzando un linguaggio fatto di molecole chiamate neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, prodotte sia a livello cerebrale sia intestinale. Diversi studi che hanno approfondito le caratteristiche dell’asse intestino-cervello hanno mostrato che le persone con stress, ansia o malattie mentali corrono un rischio maggiore  di soffrire di problemi gastrointestinali, e viceversa; anche l’equilibrio del microbiota, infatti, può influenzare la salute mentale.

«Lo stress viene tradotto nell’organismo attraverso una risposta ormonale che impatta sulla funzionalità di organi e sistemi» spiega la dottoressa Lanza. «A tutti, per esempio, sarà capitato di avvertire disturbi intestinali in concomitanza di periodi impegnativi a livello lavorativo-familiare. Infatti, uno degli apparati più interessati è proprio quello digerente. Allo stesso tempo, i disturbi intestinali diventano una cassa di risonanza che va ad aumentare gli effetti cerebrali come ansia e nervosismo».

Gli psicobiotici, alleati a doppia direzione

Questo dialogo continuo mantiene l’equilibrio e la salute non solo dell’intestino ma dell’intero organismo. Un modo per prendersi cura di questa relazione è sostenere il microbiota che fa da prezioso mediatore tra i 2 cervelli: per questo vi sono alcuni specifici probiotici chiamati psico-biotici, che oltre a modulare il microbiota intestinale favoriscono una corretta risposta a livello cerebrale allo stress, attenuando sia i sintomi gastrointestinali che psicologici. 

Diversi studi clinici hanno dimostrato che l’integrazione con questi psico-biotici aiuta a ripristinare la corretta funzionalità della barriera intestinale che, alterata dallo stress, concorre nel creare le problematiche che ci infastidiscono. È il caso di ceppi come Lactobacillus helveticus R-52 e Bifidobacterium longum R-175, che insieme hanno dimostrato di ridurre i sintomi stress correlati come tensione addominale, nausea, palpitazioni, ansia, irritabilità, affaticamento. Utilizzare gli psico-biotici permettere di intervenire sui sintomi dello stress con un meccanismo non centrale, che risulta sicuro e che non interferisce con altri approcci e terapie. La conoscenza di questi potenziali alleati offre opportunità di personalizzazione dei rimedi nelle persone che »pagano» fisicamente e psicologicamente lo stress.

L'importanza dello stile di vita e alimentazione

Vi sono diversi modi per migliorare la apacità di gestire ansia e stress. «Se non è possibile tenersi distante dai nervosismi e sovraccarichi» precisa la dottoressa Lanza «è importante prevedere dei momenti e delle attività che aiutino a scaricare questo nervosismo scegliendo ciò che corrisponde meglio ai vostri gusti personali: passeggiate nella natura, lettura di un libro, ascolto della musica, lavori manuali, riposo». 

«Oltre a dedicare tempo e spazio a noi stessi è necessario intervenire sull’alimentazione, limitando l’uso di stimolanti e alcolici e prediligendo cibi freschi e genuini al cosiddetto junk food. Menzione particolare va fatta sul caffè, grande alleato della nostra quotidianità ma di cui è bene non abusare perché a sua volta può alimentare squilibri a livello dell’organismo» precisa l’esperta .

Rimedi naturali: l’estratto di Rhodiola rosea

La natura può venirci però incontro in altri modi, ad esempio con la Rhodiola rosea, una pianta il cui estratto aiuta a regolarizzare proprio quegli ormoni che »impazziscono» sotto stress, fra cui il cortisolo.« La Rhodiola rosea» conclude l’esperta- «è una delle piante definite adattogene, il cui estratto agisce modulando la risposta dell’organismo esposto a fattori stressanti, ripristinando l’ottimale condizione di omeostasi, ovvero la situazione di equilibrio psicofisico ideale».

L’estratto di Rhodiola rosea aumenta inoltre l’energia disponibile, accelerando la sintesi di ATP, una bella spinta che aiuta a raggiungere il benessere dell’organismo. Per l’ottenimento dell’azione è importante che il suo estratto sia di altissima qualità, e che possa, fra le altre cose, garantire lo stesso contenuto di fitocomplesso, ovvero la parte attiva ad ogni dose assunta. Ciò permette di avere un’azione controllata e riproducibile nel tempo.

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