Sanihelp.it – Nelle macedonie estive, come guarnizioni nei dessert o ingredienti preziosi per confetture e marmellate: lamponi e more sono frutti gustosi che sembrano però avere anche un ruolo importante per contrastare l’infiammazione gastrica, grazie alla presenza di alcune sostanze (gli ellagitannini) e al loro meccanismo di azione.
A renderlo noto, uno studio italiano pubblicato su Plos One. La ricerca è durata due anni e si è svolta nei laboratori del Centro ricerca e innovazione di San Michele all'Adige (Trento) e del Dipartimento di scienze farmacologiche e biomolecolari della Statale di Milano. Il laboratorio di San Michele ha isolato e caratterizzato i principi attivi utilizzando frutti provenienti dai campi sperimentali della Fondazione Mach a Vigalzano (Trento), mentre la parte biologica è stata realizzata presso il Laboratorio di farmacognosia dell'Università degli Studi di Milano, diretto da Mario Dell'Agli.
I ricercatori trentini hanno ottenuto l'estratto di lampone (la varietà Tulameen) e mora (varietà Lochness) e caratterizzato gli ellagitannini contenuti, mentre gli scienziati milanesi hanno effettuato sperimentazioni in vitro e in vivo, valutando l'effetto antinfiammatorio e antiossidante dell'estratto e delle principali molecole identificate in more e lamponi. Mario Dell’Agli e Urska Vrhovsek spiegano: «Abbiamo visto i primi effetti positivi contro l'infiammazione gastrica con una quantità di ellagitannini corrispondenti a 150 grammi di more e lampone freschi al giorno».Gli ellagitannini interagiscono positivamente con l'organismo umano ed era già nota la loro azione antivirale, antiossidante e chemiopreventiva nei confronti di alcuni tumori; interagendo con alcuni enzimi digestivi inoltre rallentano l'assimilazione dei grassi. Grazie a questo studio poi si è scoperta la loro azione antinfiammatoria a livello gastrico.
«Questo importante risultato – aggiunge Roberto Viola, dirigente del Centro ricerca e innovazione trentino – è stato reso possibile grazie alla strumentazione di avanguardia e alle competenze presenti nella piattaforma di metabolomica del Centro, che grazie alle tecnologie più avanzate oggi disponibili consente di analizzare nel dettaglio e con velocità i comporti bioattivi presenti negli alimenti. Oggi, grazie a questi investimenti, ricerche che in precedenza impegnavano diversi anni si possono realizzare in pochi mesi e con livelli di accuratezza elevatissimi».