Sanihelp.it – Da un recente studio – pubblicato su Developmental Cell ed effettuato da Anna Franz, biochimica della britannica University of Bristol – è emerso che le cellule lipidiche potrebbero avere un ruolo fondamentale nel guarire le ferite: esse, infatti, si direzionano verso il punto danneggiato, riempiono il buco, allontanano le scorie dannose e producono una sostanza antimicrobica. Ciò vale, quantomeno, per il moscerino della frutta: mentre la ricercatrice inglese stava studiando al microscopio il comportamento delle cellule immunitarie di questo insetto quando subisce una lesione, ha notato infatti una nube di cellule, dieci volte più grandi di ogni altra nell'animale, dirigersi verso la ferita; sospettava trattarsi di cellule di grasso, e così era.
Per giungere a questa scoperta, la dottoressa Franz ha creato con il laser un foro nel torace di questi moscerini, in una zona in cui si trovano poche cellule di grasso; dopo pochi minuti si è osservato giungere sul posto diverse cellule lipidiche, le quali hanno provveduto a tappare la ferita con la propria mole e a spingere i residui di sporco verso l’esterno, infine le cellule stesse hanno prodotto una sostanza antimicrobica che ha aiutato nel processo di guarigione. Cosa potrebbe determinare la migrazione delle cellule di grasso non è stato chiarito; in un primo momento si è pensato che potessero venire richiamate dalle cellule immunitarie, tuttavia quando si è provato a disattivare queste ultime, le cellule lipidiche sono accorse ugualmente.
L’ipotesi conclusiva della ricerca, ancora da verificare, è che un comportamento simile possano averlo anche le le cellule lipidiche dell'uomo e di altri vertebrati: sempre più studi sostengono infatti che queste non abbiano solo la funzione di riserve di calore ed energia, come si è pensato per tanto tempo.