Sanihelp.it – Julian Rios Cantu ha 18 anni: cinque anni fa alla madre venne diagnosticato un tumore al seno. Inizialmente la diagnosi fu di tumore benigno, ma non era così: dopo alcuni mesi, una mammografia mostrò che in realtà si trattava di cancro. La donna dovette così sottoporsi a mastectomia, un’esperienza che spinse il piccolo Julian a ideare un metodo per diagnosticare il prima possibile il cancro al seno; missione che ora, a quanto pare, è riuscito a realizzare.
Tramite la società Higia Tecnhologies, di cui è CEO e Cofondatore, il giovane messicano sarebbe giunto alla realizzazione di un reggiseno – Eva è il suo nome – contenente sensori che sarebbero capaci di monitorare la temperatura, la forma e il colore del seno: variazioni fondamentali, dato che pare che i tumori possano trasformare la pelle e la temperatura del corpo a causa di un aumento del flusso sanguigno. I dati così raccolti vengono trasmessi costantemente, tramite un’applicazione, al proprio smartphone (o altro device), così da poter essere sempre consultabili; inoltre, in caso di variazioni sensibili, l’applicazione sarà in grado di avvisare l’utente tramite notifiche. Non è necessario portare il reggiseno costantemente, stando a quanto dichiarato dall’ideatore basterebbe indossarlo anche solo un’ora alla settimana per effettuare un monitoraggio attendibile e capire se il seno ha subito qualche variazione.
E’ importante sottolineare però che il reggiseno è attualmente ancora soltanto un prototipo e che non è stato effettuato alcun trial clinico che ne testimoni l’affidabilità; molti esperti, anzi, sostengono che una variazione di irrogazione sanguigna non sia un’evidenza sufficiente a suggerire la presenza di cancro e che, pertanto, tale strumento non possa e non debba essere pensato come una possibile sostituzione degli esami medici atti alla prevenzione.