Sanihelp.it – È noto come molte specie animali, attraverso la percezione degli odori, riescano a procacciarsi il cibo, a ricercare la compagna, a delimitare il territorio e a scoprire la presenza di un predatore nemico.
Il cervello umano, invece, si è sviluppato maggiormente nel lobo frontale a scapito dei bulbi olfattivi, portando a una minore capacità di percepire e riconoscere gli odori, perché evolutivamente una maggiore intelligenza ha reso meno necessario basarsi sui sensi, compreso l’olfatto, per sopravvivere. Eppure, nonostante nell’uomo abbia perso qualche importante prerogativa, il naso ha mantenuto la principale, ovvero ci consente di respirare e quindi di vivere.
A dispetto di ciò, le malattie che coinvolgono il naso, come riniti, sinusiti, poliposi, sono spesso relegate a disturbi minori, affermagli epserti della Accademia Italiana Di Citologia Nasale, mentre in realtà la qualità di vita della persona con sintomatologia nasale non è buona: la cattiva respirazione impedisce di dormire bene con conseguenti ridotte prestazioni scolastiche e lavorative o di fare attività fisica.
Particolare rilevanza ha lo studio della citologia nasale per un precoce inquadramento delle patologie nasali nella prima infanzia, periodo nel quale molte si originano, evitando un’evoluzione della malattia. Secondo l’OMS, nel 2020 il 50% dei bambini sarà allergico ma, già oggi in pediatria, si stima che la rinite allergica sia compresa tra il 10 e il 20% andando ad aumentare nella popolazione adulta. Occorre poi considerare che la rinite allergica è spesso l’anticamera dell’asma nelle età successive.
Occorre ricordare che il naso non funziona mai al 100% in entrambe le narici; a regolare il funzionamento è il ciclo nasale fisiologico, con alternanza di attività e riposo e decontaminazione delle cavità nasali della durata di circa 4-6 ore, condizionata anche dalla posizione del corpo.
La decontaminazione è una sorta di pausa di cui il naso ha necessità, vista la sua continua attività di filtro di circa i 15 mila litri di aria che mediamente vengono respirati ogni giorno. A seconda di dove si vive e il periodo dell’anno, la mucosa nasale si trova a combattere (virus, batteri, smog, pollini, polvere). Per questo necessita di un momento di tregua.
Il ciclo nasale fisiologico serve a comprendere perché è importante impiegare in modo corretto, nei tempi e nei modi, i decongestionanti nasali e gli spray in generale. I decongestionanti, se somministrati contemporaneamente in entrambe le cavità nasali, fanno saltare questo ciclo fisiologico portando nel giro di qualche settimana alla rinite medicamentosa, caratterizzata dalla chiusura contemporanea di entrambe le cavità nasali. Quindi non vanno usati per più di una settimana e mai contemporaneamente in entrambe le narici.
Un altro errore comune è nel modo di somministrazione degli spray nasali in generale che può portare a episodi di sanguinamento (epistassi). Infatti, nella porzione anteriore del setto nasale è presente una piccola regione chiamata locus valsalvae, dove i vasi sanguigni si incrociano ed è una zona molto suscettibile alle emorragie dovute a impatto traumatico dei dispositivi medici. Per evitare epistassi è bene evitare di traumatizzare la mucosa del setto durante il trattamento con lo spray.