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Minore il numero di infermiere, più alta la mortalità

Sanihelp.it – Le infermiere sono parte integrante ed importantissima di un ospedale: i dottori, da soli, non possono far fronte a tutte le particolari esigenze di un paziente. Uno studio congiunto della University of Southampton in collaborazione coi colleghi della King's College London non fa altro che sottolineare questo aspetto, dandogli la giusta rilevanza. I ricercatori in questione hanno studiato la correlazione tra il numero di infermieri, dottori e assistenti presenti in 137 ospedali britannici e l'indice di mortalità: il risultato ha evidenziato come la percentuale di decessi tenda a salire laddove le infermiere debbano occuparsi di più di sei pazienti per volta.


Come stretta conseguenza, gli esperti hanno messo in guardia i policlinici dall'utilizzare uno staff sostitutivo, magari più economico ma con minori competenze e professionalità: il numero di assistenti, infatti, non presentava un impatto significativo sul dato riguardante la mortalità. Tale dato risulta particolarmente preoccupante se messo in relazione ad una statistica comparsa in questi giorni su un rapporto del National Health Service britannico, che ha sottolineato come almeno nove ospedali su dieci del Regno Unito soffrano di gravi deficienze nel numero di dipendenti e lavoratori che si prendono cura dei pazienti.

Uno studio precedente aveva evidenziato come, in media, un'infermiera debba occuparsi di otto pazienti per volta; numero che sale addirittura a quindici durante i turni di notte. Visto e considerato che la ricerca congiunta della University of Southampton e della King's College London ha messo in guardia le cliniche dall'affidare più di sei pazienti per volta ad un'infermiera sola, pena un incremento deciso del tasso di mortalità, nell'ordine del 20% in più, si capisce come questi dati siano particolarmente allarmanti.  

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