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Lavoro e salute: pendolari più a rischio diabete

Sanihelp.it – In un'epoca in cui il posto di lavoro non è più qualcosa di assodato che ci accompagnerà dall'inizio della nostra carriera al raggiungimento della pensione, per mantenere la sicurezza della nostra mansione, o trovarne una che possa permetterci l'indipendenza economica, saremmo quasi disposti a tutto: anche ad andare in ufficio in altre città, affrontando tutti i giorni viaggi a volte snervanti nel tragitto da casa a scrivania. Flavio Oreglio diceva: «Quando ti senti veramente solo prendi un treno di pendolari all’ora di punta e capirai che la solitudine non è poi così male!». Essere pendolari è sicuramente una grossa fonte di stress non richiesto, che va ad aggiungersi all'ansia che possiamo provare per l'insicurezza del posto di lavoro. In conseguenza di ciò, è molto facile per chi si trova in questa situazione avere ripercussioni fisiche di una certa gravità.


I ricercatori della University College di Londra hanno recentemente presentato uno studio nel corso della conferenza internazionale Cities Changes Diabetes Summit 2015, tenutosi in questi giorni a Copenhagen. Secondo la loro sperimentazione, 400 milioni di persone nel mondo soffrirebbero di diabete: la maggior parte di questi risiedono nelle metropoli, cosa che ha spinto gli esperti del Regno Unito a indicare proprio nello stile di vita frenetico delle grandi città uno dei fattori di rischio per la comparsa di tale malattia. In particolar modo, sarebbe proprio la vita da pendolare a ripercuotersi in maniera specifica sulla nostra salute: l'affaticamento che provoca questa condizione, il forte stress, il nervosismo dei tragitti spesso da condividere con tantissime altre persone in spazi ristretti andrebbe in particolare ad aumentare il pericolo di sviluppare diabete di tipo 2.

Per giunta, lo stile di vita frenetico delle metropoli non rappresenta certo un vantaggio per quel che concerne una diagnosi precoce: i continui impegni finiscono col portare a sottovalutare alcuni sintomi della possibile insorgenza della patologia, con la logica conseguenza che, senza porre rimedio alcuno, le condizioni di salute di chi ne soffre peggiorano in maniera maggiormente repentina. Per giungere a questa conclusione, gli scienziati britannici hanno condotto uno studio su 550 persone affette da diabete o a forte rischio di svilupparlo, residenti in cinque diverse metropoli del mondo: Copenhagen, Houston, Città del Messico, Shanghai e Tianjin. Lo scopo dichiarato era quello di individuare possibili fattori sociali e culturali che contribuiscono alla comparsa di questa condizione.

Secondo gli autori dello studio, questa innovativa sperimentazione aiuterà a porre sotto la lente di ingrandimento non solo le cause biomediche che portano a sviluppare il diabete, sulle quali si è concentrata e continua a concentrarsi in maniera principale la ricerca scientifica. Fattori sociali e culturali possono influenzare enormemente il nostro stato di salute fisico: conoscerli dovrebbe rappresentare un primo passo affinché le autorità governative possano essere messe al corrente di una tale correlazione, e cercare di porvi rimedio. 

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