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Leggere nella mente? In laboratorio si può

Sanihelp.it – «Vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l'appunto è di quelle che hanno il naso lungo», dice la fata buona a Pinocchio nel capolavoro di Carlo Collodi. In epoca moderna interi spettacoli televisivi hanno fondato buona parte del proprio successo sulla menzogna, e più in particolare lo smascheramento della stessa: dal cavallo di battaglia del Dottor Gregory House, «tutti mentono», a «Lie to Me», dove Tim Roth interpreta un esperto di linguaggio non verbale che aiuta la polizia a comprendere se un testimone nasconde la verità. Tuttavia, quando si parla di bugie, la mente non può che andare al pezzo di legno più famoso della letteratura, le cui frottole erano screditate dal suo stesso naso.


Nella realtà, sfortunatamente, non abbiamo un metodo infallibile per riconoscere quando qualcuno ci sta raccontando una panzana. Ciò nonostante, uno studio recente condotto dai ricercatori italiani dell'Università di Pavia, in collaborazione con la Scuola Superiore Universitaria Iuss-Pavia, ha svelato come presto sarà possibile leggere il cervello delle persone in laboratorio, svelando così bugie e verità di un paziente. I risultati di questa sperimentazione, pubblicati sulla rivista specializzata Pnas, derivano da quattro anni di ricerche condotte su tracciati elettrocorticografici ricavati dall'emisfero specializzato per il linguaggio di pazienti sottoposti ad anestesia locale durante interventi chirurgici per l'asportazione di lesioni cerebrali.

Tale studio ha portato a rivelare come quando pensiamo, anche senza aprire bocca, i neuroni del linguaggio comunicano tra loro per mezzo di onde elettriche che, in pratica, mimano le onde sonore delle parole corrispondenti. Ciò significa che monitorando l'attività elettrica del cervello possiamo riconoscere ciò che un individuo sta rimuginando. Come l'illusionista del capolavoro di Federico Fellini, 8 e ½, che riusciva a comunicare alla partner con la sola imposizione delle mani ciò che stanno pensando i volontari del suo esperimento, così la scienza riuscirà a leggere la mente dei pazienti, rendendo flebile il confine tra magia e medicina.

Ma ovviamente tale scoperta risulta importante al di là degli incantesimi: questa indicazione, infatti, risulterà utilissima per ricavare dati neurofisiologici, linguistici e comportamentali per comprendere il funzionamento del cervello umano. Inoltre, aver compreso come l'attività elettrofisiologica delle aree del lobo frontale e temporale dedicate al linguaggio sia in realtà modellata sul suono delle parole, anche in assenza di linguaggio, forse permetterà di sviluppare protesi in grado di aiutare chi ha perso la capacità di articolare la parola a causa di patologie cerebrali. 

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