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Coca-Cola toglie i BVO dalla sua ricetta: sono tossici

Sanihelp.itLa Coca-Cola oramai è molto più di una semplice bevanda: inventata da un semplice farmacista nel lontano 1886 come rimedio per stanchezza ed emicrania, costretto poi a venderne la ricetta per pochi spiccioli ad un uomo d'affari a causa dei debiti accumulati, dagli anni '20 in poi il suo consumo ha conosciuto una crescita esponenziale, diventando l'analcolico più bevuto dopo l'acqua minerale e rendendo questa multinazionale tra le più influenti del mondo. Se gli ingredienti sono resi palesi nell'etichetta, la ricetta rimane tuttavia avvolta nel mistero, di modo che la concorrenza non se ne possa avvantaggiare: nato da un estratto di foglie di coca e noci di cola, la composizione ha conosciuto continui perfezionamenti e aggiunte, anche dovuto al fatto che la diffusione della cocaina rese uno degli elementi principali illegale. Gli elementi base, classificati in ordine di peso, sono acqua, anidride carbonica, sciroppo di glucosio, caffeina e colorante.


Le associazioni dei consumatori però hanno dimostrato come i clienti, nonostante spesso si sentano frustrati e impotenti di fronte ai grandi colossi, possiedano ancora in mano le redini del potere nel mondo consumistico: e hanno ottenuto, grazie ad un'azione nata in internet, di modificare la famosa ricetta della Coca-Cola e delle bibite a lei associate, come Fanta e Powerade. Si è scoperto infatti che la maggior parte di questi analcolici, come quelli d'altronde prodotti dalla concorrenza, possedevano al loro interno gli oli vegetali bromurati, o BVO. Simili a ritardanti di fiamma, sostanze che evitano che una reazione chimica in laboratorio provochi un incendio, queste sostanze vengono utilizzate nelle bevande agli agrumi affinchè gli aromatizzanti al limone, all'arancia e al pompelmo si mescolino a dovere agli altri ingredienti. I BVO sono stati banditi in Europa e Giappone poiché contengono bromo, sostanza tossica per l'organismo che, se consumata a lungo, può provocare gravi danni per la salute: danneggia il sistema nervoso centrale, causando perdita di memoria, tremori e difficoltà di coordinazione. Il bromo si accumula anche a livello di fegato e cuore, causando disfunzioni a questi organi: riduce anche la fertilità e sarebbe implicata nella comparsa di pubertà precoce nei bambini.

Tale notizia assume contorni ancora più eroici se si pensa che, a lanciare la petizione online contro l'utilizzo di BVO, è stata una ragazzina di diciassette anni del Mississippi: Sarah Kavanagh, una studentessa che, dopo aver scoperto la pericolosità di questo ingrediente, ha combattuto una battaglia online sul sito Change.org, che rapidamente ha conquistato milioni di adesioni. La Coca-Cola ha così deciso di abbandonare l'utilizzo di oli vegetali bromurati, sebbene abbia precisato in un comunicato che le sue bibite sono sicure e contengono ingredienti che non danneggiano la salute. Nel frattempo, la curiosità si sposta sulla sostanza che verrà utilizzata per sostituire i BVO, sperando che risulti meno tossica per il nostro organismo.   

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