Sanihelp.it – Non ci sono più le stagioni di una volta, e quest'estate ha rappresentato l'ennesima testimonianza che questo scontato, banale assioma che si ripete già da decenni a questa parte non è mai stato tanto vero e verificabile. Ciò nonostante i cambi repentini di temperatura, che scoprono il nostro guardaroba impreparato e lento ad adeguarsi, portano ancora innegabilmente con sé il pericolo dell'influenza, dalle caratteristiche diverse ogni anno ma sempre immancabilmente fastidiosa e debilitante.
Ma cosa succede nel nostro organismo quando ci si alza la temperatura? Uno studio recente, condotto dall'Università svedese di Linkoping e pubblicato sulla rivista specializzata Journal of Neurosciences, ha indagato le cause della febbre, finora piuttosto oscure nonostante l'apparente banalità del fenomeno. Secondo i ricercatori scandinavi la colpa sarebbe da attribuire alle prostaglandine, sostanze derivanti dall'acido arachidonico che svolgono un ruolo fondamentale come mediatori dei processi infiammatori che avvengono nell'organismo.
Tale scoperta, che fondamentalmente dimostra come le sostanze dell'influenza si formano nella barriera sangue-cervello raggiungendo in particolare l'ipotalamo, luogo in cui si trova il nostro termostato corporeo, può essere utile per produrre un nuovo tipo di farmaci in grado di alleviare i sintomi più pericolosi, come dolori, inappetenza e, in caso di febbre alta, convulsioni, particolarmente rischiose per i bambini. Occorre però che i medicinali siano selettivi e mantengano la febbre laddove possa risultare utile, ovvero sia quando non si tratta del problema in sé e per sé dell'organismo ma di una reazione sintomo di qualcos'altro.