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Vaccino universale: la chiave è il glucosio

Sanihelp.it – Ogni anno l'arrivo dei primi freddi coincide con l'avvento degli immancabili, fastidiosi malanni stagionali: influenza, febbre, mal di gola, tosse, raucedine sono solo alcuni degli effetti collaterali che porta con sé il Generale Inverno, quando facciamo trovare il nostro guardaroba colpevolmente impreparato al cambio di clima. Cosa che, seguendo un antico adagio ormai ritenuto tanto attendibile quanto banale, è sempre più facile si verifichi se prendiamo per vero l'assunto che «non esistono più le mezze stagioni».


Ad ogni modo, se per certe persone l'influenza rappresenta più che altro un fastidio, al più una giustificazione per evitare il posto di lavoro, o l'annosa tradizione della scelta dei doni di Natale che ci spinge a strizzarci negli sconfinati centri commerciali assieme ai nostri simili, per altri rappresenta un vero e proprio spauracchio che può mettere a repentaglio l'esistenza stessa: membri appartenenti a determinate categorie, quali anziani e malati cronici, possono infatti rischiare la propria salute per quello che è universalmente riconosciuto come un semplice virus.

Per scongiurare questo pericolo, la sanità mette a disposizione sessioni di vaccini stagionali, creati ad hoc per combattere il germe di turno, a cui queste classi in pericolo possono ricorrere di modo da evitare spiacevoli complicazioni. Ciò che la medicina moderna sta però cercando di mettere a punto già da qualche anno è una profilassi universale, vale a dire una cura preventiva che consenta di eliminare la minaccia di qualsiasi tipologia di influenza. Una scoperta che non solo porterebbe alla scomparsa della ricerca annuale di un vaccino particolare per ogni tipo di ceppo influenzale, ma che permetterebbe di ridurre al minimo i rischi di complicazioni legati a questo tipo di bacillo soprattutto all'interno delle categorie sopra elencate.

Invero, i ricercatori hanno finora incontrato qualche difficoltà nel mettere in pratica questa cura, che porterebbe ad un'innegabile rivoluzione nell'ambiente medico: ma la teoria rivelata dagli studiosi della University of North Carolina di Greensboro potrebbe rappresentare un significato passo avanti nella corsa ad una profilassi universale. Gli scienziati americani sono partiti da un assunto fondamentale: che il virus, nel nostro organismo, ha bisogno dell'apporto di zuccheri per replicarsi e proliferare. Dunque, alterando il metabolismo del glucosio all'interno dell'agente patogeno con una sostanza del vaccino, si può contrastarne la diffusione nel corpo umano.

Questa la strategia proposta dai ricercatori americani della University of North Carolina di Greensboro: una strategia che secondo la loro opinione potrebbe rappresentare dunque il primo, fondamentale passo verso un vaccino universale, poiché tutti i virus influenzali sono accomunati dalla necessità di glucosio per evitare l'estinzione. Una teoria per certi versi rivoluzionaria, che si spera possa portare le persone ad affrontare l'approcciarsi dell'inverno con un po' più di serenità. Presto, come diretta conseguenza, non avremo più scuse per rimanere a casa dal lavoro o evitare le lunghe code in fila per gli acquisti natalizi: almeno finchè qualcuno non trova il modo di allungare qualche briciola di torrone al virus.  

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