Sanihelp.it – La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS o policistosi ovarica) colpisce il 5-10% delle donne in età fertile ed è la causa più comune di infertilità femminile legata all’assenza di ovulazione. Le cause, a tutt’oggi, non sono ancora note, tuttavia è stata documentata una condizione di familiarità e questo lascerebbe pensare all’esistenza di una componente genetica. Inoltre, è più probabile che il quadro patologico si manifesti in donne con anamnesi familiare positiva per diabete di tipo II, in condizione di sovrappeso o di obesità e un elevato indice di massa corporea.
I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico sono: amenorrea (mestruazioni assenti) o mestruazioni poco frequenti; oligomenorrea (ciclo di durata superiore a 35 giorni); aumento dei peli superflui su viso e corpo (localizzati sul mento, sopra il labbro superiore, sugli avambracci, nelle parte inferiore delle gambe e sull'addome); acne, alopecia androgenica, sindrome delle apnee ostruttive del sonno; iperinsulinemia; cisti multiple e ingrossamento delle ovaie; elevati livelli nel sangue di ormoni maschili; infertilità e aborto spontaneo ricorrente.
La diagnosi della sindrome può essere difficoltosa per la notevole variabilità dei sintomi. Il primo passo è l’esclusione di altre disfunzioni che provocano sintomi analoghi come la sindrome di Cushing, l’ipotiroidismo, l’iperplasia surrenale, ecc., dopodiché vanno eseguiti alcuni accertamenti (prolattina, glucosio, ecc.) e l’esame ecografico delle ovaie. Qualora venga confermata la presenza della PCOS s’interviene prima di tutto sullo stile di vita. La paziente dovrà seguire una dieta ipocalorica per perdere peso e fare attività fisica. A ciò potranno essere associati farmaci per aumentare la sensibilità all’insulina, ma anche i contraccettivi orali e gli antiandrogeni.