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Flora intestinale e fumo: ecco perché chi smette, ingrassa

Sanihelp.it – L’insieme dei batteri presenti nell’intestino umano costituisce il microbiota intestinale, un ecosistema formato da miliardi di microrganismi di varia natura impegnati nello svolgimento di numerose funzioni metaboliche e protettive necessarie al mantenimento della salute nell’organismo.


L’alterazione di una o più funzioni della microflora intestinale può determinare lo sviluppo di diverse malattie, tra cui la Sindrome del Colon irritabile: lo sbilanciamento della flora provoca infatti un aumento dei batteri patogeni, che causano gonfiore e dolore addominale, diarree ricorrenti oppure stitichezza, e aumento di peso. Il fumo di sigaretta è considerato uno dei principali fattori di rischio ambientale nello sviluppo di questa malattia, anche se la causa esatta all’origine della Sindrome del Colon irritabile non è ancora stata identificata.

Come è stato recentemente dimostrato da un gruppo di ricercatori svizzeri della University Hospital Zurich, il microbiota intestinale gioca inoltre un ruolo cruciale nell’aumento di peso che affligge le persone che smettono di fumare: circa l'80% di queste ultime infatti, aumentano il loro peso mediamente di 7 kg pur mantenendo un apporto calorico giornaliero sostanzialmente invariato.

La ricerca in questione ha coinvolto cinque fumatori, cinque non fumatori e dieci fumatori in procinto di smettere. Durante il periodo osservazionale di nove settimane, sono stati raccolti campioni di feci che hanno permesso di analizzare i microrganismi presenti nel microbiota intestinale.
Al termine dello studio, è stato rilevato un aumento medio di 2,2 kg nei dieci soggetti che hanno smesso di fumare, nonostante non sia stata registrata in nessuno di loro una significativa alterazione del regime alimentare.

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista scientifica Plos One, hanno quindi dimostrato che smettere di fumare induce una modifica sostanziale della composizione microbica intestinale, che coinvolge in maniera significativa quattro tipologie di microrganismi:

Firmicutes, implicati nell’attività di assorbimento del glucosio;  

Proteobacteria, responsabili del trattenimento dell’azoto (che costituisce il 2,5% del corpo umano) a seguito del metabolismo degli alimenti;

Bacteroidetes, coinvolti nel processo di degradazione del cibo;

Actinobacteria, capaci di attaccare composti organici a bassa biodegradabilità.

Gli esiti delle analisi dei soggetti che hanno smesso di fumare hanno rilevato un aumento di Firmicutes e Actinobacteria ed una diminuzione di Proteobacteria e Bacteroidetes, evidenziando come il fumo sia da includere nella crescente lista di fattori che influenzano la composizione della flora batterica intestinale.

I profondi cambiamenti osservati possono quindi fare luce su un potenziale collegamento tra fumo di sigaretta e Sindrome del Colon irritabile, nonché tra fumo e genesi dell'obesità. Come afferma lo stesso gruppo di ricerca, sarebbe opportuno proseguire le ricerche e «indagare l'evoluzione microbica intestinale durante la cessazione del fumo in pazienti con malattia infiammatoria intestinale», così da poter giungere a risultati ancora più concreti.

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