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Giornata Mondiale dell’Ipertensione

Sanihelp.it – Secondo le stime disponibili in Italia quasi il 50% della popolazione è iperteso senza saperlo.  


I dati più recenti a disposizione, risalenti al 2019, mostrano una prevalenza di ipertensione del 39% negli uomini e del 28,6% nelle donne nella fascia d’età tra 30 e 79 anni.

Lo studio italiano I-Game, lanciato dal Gruppo Giovani della SIIA (Società Italiana Ipertensione Arteriosa) nel 2014 e interamente progettato e sviluppato da giovani ricercatori under 35, ha mostrato che il 14% degli italiani di età compresa tra i 18 e 35 anni soffre di ipertensione arteriosa sistolica isolata, cioè ha un valore di pressione massima superiore a 140 mmHg.

Si parla spesso dell’ipertensione come di  un killer silenzioso, poiché di fatto rappresenta un fattore di rischio importante per la salute cardiovascolare, spesso privo di sintomi.

Per monitorare correttamente la pressione è importante soprattutto dopo i 40 anni di età, misurare la pressione perché come spiega  Giuseppe Danilo Norata dell'Università degli Studi di Milano, Coordinatore del Gruppo di Lavoro Cardiovascolare e Metabolismo della Società Italiana di Farmacologia (SIF): « Si fa diagnosi di ipertensione quando  i livelli di pressione sanguigna sono superiori al normale (generalmente in più misurazioni >140mm Hg pressione sistolica e > 80mm Hg diastolica). Più è elevata la pressione, maggiore è lo stress sulle pareti arteriose e, di conseguenza, il rischio di malattia cardiovascolare. I principali fattori di rischio per lo sviluppo di ipertensione sono una dieta non salutare e arricchita con sale di sodio, la mancanza di attività fisica e un elevato consumo di bevande alcoliche».

 

Una volta che l’ipertensione compare non si può curare in maniera definitiva, ma solo riportare entro i limiti desiderati grazie ai farmaci disponibili.

Ecco perché l’ipertensione andrebbe prevenuta e il modo migliore per farlo è seguire un'alimentazione sana, ricca di frutta, verdure e farina integrale, ridurre la quantità di sale di sodio (<1,5 g al giorno), mantenere il peso corporeo entro un range adeguato, limitare l'uso di bevande alcoliche e praticare regolarmente attività fisica.

 

Chi scopre di essere iperteso deve seguire la terapia farmacologica come spiega ancora l’esperto: «I trattamenti di prima linea per l’ipertensione prevedono l’utilizzo di quattro categorie diverse di farmaci, spesso in combinazione: gli ACE inibitori (ACEi), i bloccanti del recettore dell’angiotensina II (ARBs), i bloccanti del canale del calcio e i diuretici. A questi trattamenti farmacologici, oggi si aggiungono anche una serie di strategie che pongono il paziente al centro dell'attenzione. Così, da un lato, assistiamo a un crescente interesse verso l’utilizzo di device semplici – come, ad esempio, smart watch – per monitorare i cambiamenti di pressione nell’arco della giornata, collegati ad un sistema di telemonitoring a disposizione del medico; dall'altro, si cerca di migliorare l’aderenza dei pazienti alla terapia attraverso singole polipill contenenti principi attivi con meccanismi d’azione sinergici e che consentano un'unica somministrazione giornaliera».

A chi teme gli effetti collaterali di questi farmaci il professor Norata risponde: « A seconda della classe di farmaci, possiamo osservare: tosse secca, diarrea o costipazione, malessere, problemi di erezione, nervosismo, stanchezza e debolezza, nausea e vomito. Tuttavia il loro uso è imprescindibile poiché e linee guida per il trattamento dell’ipertensione sono il risultato di numerosissimi studi che dimostrano una riduzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti trattati con tali farmaci».

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