Sanihelp.it – L’asma è una delle patologie croniche più diffuse tanto che, secondo le ultime stime, in Italia ne soffre tra l’8 e il 9% della popolazione, ossia circa 5 milioni di persone.
Di queste, circa il 5% soffre di una forma grave di asma che condiziona seriamente la qualità della vita, limita l’attività fisica, disturba il sonno e provoca assenze dal lavoro o dalla scuola.
Per la complessità della gestione diagnostico-terapeutica ed assistenziale, l’asma grave assorbe circa il 50% delle risorse dedicate all’asma.
Proprio per la sua complessità è importante insegnare a riconoscere la persistenza e la gravità dei sintomi, creare una maggiore consapevolezza delle implicazioni e delle conseguenze che l’asma grave comporta ed aiutare a definire il corretto percorso di diagnosi e cura.
Il cortometraggio »Respira» si inserisce nella più ampia campagna Dottore ho l'asma. È grave?, promossa da AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri) e che, a partire dal 2020, intende far emergere la consapevolezza di questa patologia, informando sull'impatto epidemiologico, sulle gravi conseguenze di una gestione inadeguata e sulla disponibilità di terapie innovative.
Si propone di segnalare l’esistenza di centri specializzati nella diagnosi e nel trattamento dell’asma grave, oltre a sensibilizzare sull’importanza dei farmaci biologici e sull’urgenza di potenziare gli ambulatori dedicati a questa patologia.
Un progetto che, attraverso uno strumento originale e innovativo, vuole arrivare al grande pubblico per diffondere un messaggio di fiducia e porre una maggiore attenzione nei confronti di una condizione che colpisce profondamente chi ne è affetto.
Il cortometraggio "Respira. Un nuovo vento per l’asma grave" è stato realizzato da Filippo Losito, Riccardo Milanesi e Giovanni Abitante di Holden ai.StoryLab il progetto ha visto la collaborazione dell’Associazione pazienti Respiriamo Insieme APS e il contributo incondizionato di AstraZeneca, GSK e Sanofi.
»Respira» offre uno sguardo simbolico ed emotivo sulla vita dei pazienti con asma grave, utilizzando tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale per generare immagini e musiche evocative che trasmettono la complessità di questa condizione. Attraverso una narrazione visiva che unisce arte e innovazione tecnologica, il corto guida lo spettatore in un labirinto metaforico in cui ogni respiro diventa una sfida, rappresentando una quotidianità soffocata da blocchi invisibili ma opprimenti.
La trama del cortometraggio si ispira alle testimonianze raccolte nel libro »Dottore, ho l'asma. È grave?», una raccolta di esperienze vissute da 11 pazienti con asma grave, e trasmette un messaggio centrale di speranza: grazie ai progressi della medicina, in particolare alla introduzione di farmaci biologici personalizzati, è oggi possibile spezzare le catene di questa malattia debilitante e restituire ai pazienti una vita più normale.
Il cinema è emozione e »Respira» parte proprio da lì, dal vissuto emozionale delle persone con asma grave che spesso si sentono intrappolate e senza alcuna via d’uscita, che alzano barriere contro il mondo perché si percepiscono come diverse, inadeguate, sensazioni che, con un nuovo vento, possono però trasformarsi in spinta e motivazione a reagire ritornando a respirare e a vivere.
Si apre quindi una nuova narrazione sull’asma grave, con un approccio innovativo rivolto anche ad un pubblico più giovane.
Vi sono numerose prove a sostegno del fatto che fattori psicologici e sociali possono influenzare differenti patologie. L’asma grave porta con sé un enorme peso e un forte impatto su molti aspetti della vita quotidiana di un paziente.
A livello emotivo l’asma grave è associata a un impatto fortemente negativo. Infatti, nel cortometraggio appare evidente l’impotenza, la frustrazione, la solitudine e la sensazione di sentirsi «diversi» dagli altri.
«Le terapie biologiche mirate hanno rivoluzionato la gestione dell’asma grave riducendo le riacutizzazioni e l’uso di steroidi sistemici, consentendo il controllo della malattia e migliorando la qualità di vita dei pazienti» afferma la Prof.ssa Maria Beatrice Bilò, Responsabile formazione AAIITO. »Tuttavia, ancora troppo tempo trascorre tra l’insorgenza della malattia e la diagnosi in centri specializzati e questo ha conseguenze sia sulla qualità di vita del paziente sia sui costi socio-sanitari. Considerando l’importanza di una corretta gestione dell’asma grave in quanto patologia cronica, è fondamentale che il paziente sia seguito e trattato in maniera tempestiva e continuativa; per questo potrebbero assumere un ruolo sempre più importante i programmi di supporto ai pazienti che integrino i percorsi di cura condivisi con gli specialisti e rispondano alle esigenze dei pazienti supportandoli quotidianamente» ha concluso la prof.ssa Bilò.
Il cortometraggio enfatizza infatti come una diagnosi corretta e l’adozione di cure mirate possano fare una differenza significativa per questi pazienti.