Sanihelp.it – Le lesioni precancerose possono trasformarsi con il tempo in tumori, ma non è detto: potrebbero rimanere benigne per sempre. Tuttavia, devono essere monitorate con costanti controlli medici. Le strumentazioni e le tecniche diagnostiche di cui oggi disponiamo consentono una diagnosi precoce in molte forme oncologiche per agire con tempestività evitando la diffusione di metastasi.
Le alterazioni visibili in una lesione precancerosa possono essere definite displasie o metaplasie: nelle prime sono visibili cellule disorganizzate rispetto a quelle delle aree circostanti; nelle seconde, cellule che si sono trasformate da un tipo all’altro; in entrambi i casi il processo può essere reversibile.
Queste lesioni possono comparire in qualsiasi parte del corpo.
Tra le più comuni ricordiamo i polipi adenomatosi intestinali, che determinano una predisposizione verso il carcinoma del colon-retto, ma che possono essere facilmente asportati anche in sede di endoscopia. Altra condizione favorente è l’esofago di Barrett, caratterizzato dalla trasformazione delle cellule della mucosa dell’esofago in cellule tipiche dello stomaco. Ciò avviene principalmente a causa del contatto prolungato del succo gastrico con la mucosa dell’esofago come succede, ad esempio, nel reflusso gastroesofageo. Altri fattori di rischio sono l’ernia iatale, il sovrappeso, il consumo di alcol e fumo, l’età avanzata, la familiarità e il sesso, in quanto gli uomini hanno un rischio due volte superiore rispetto alle donne. L’esofago di Barrett è associato a un aumentato rischio di adenocarcinoma.
Anche l’infezione da papillomavirus umano, HPV, può causare delle lesioni precancerose che, seppure in piccola percentuale, possono trasformarsi in tumori maligni, cosa più frequente se è presente immunodepressione.
Poiché questi sono solo alcuni esempi, bisogna tenere presente l’importanza dei controlli periodici che in molti casi possono salvare la vita.