Sanihelp.it – Il termine linfoma cutaneo a cellule T definisce un gruppo di tumori rari caratterizzati da un accumulo anomalo di linfociti T maligni in corrispondenza della pelle. Le due varianti più comuni di linfoma cutaneo a cellule T sono, rispettivamente, la micosi fungoide e la sindrome di Sézary (una forma aggressiva), che sono neoplasie maligne sfiguranti e incurabili, con una prognosi sfavorevole per i pazienti con malattia refrattaria/in fase avanzata.
Secondo uno studio recentemente presentato negli Stati Uniti, la combinazione di durvalumab e lenalidomide produce risultati migliori rispetto alla monoterapia con durvalumab nei pazienti con linfoma cutaneo a cellule T refrattario o in fase avanzata. La lenalidomide è un farmaco immunosoppressore che può essere utilizzato da solo o in associazione con altri antineoplastici, tra cui appunto l’anticorpo monoclonale durvalumab.
Il ricercatore Christian Querfeld, del centro City of Hope di Duarte, in California, ha spiegato che «le risposte osservate sono risultate durature e sono tuttora in essere; inoltre, il trattamento di combinazione è risultato ben tollerato, con un profilo di sicurezza favorevole e sovrapponibile a quello della monoterapia». Anche nella micosi fungoide e nella variante leucemica della sindrome di Sézary, definite ombrello di linfoma cutaneo a cellule T, il trattamento con durvalumab e lenalidomide ha dimostrato un’attività clinica superiore rispetto a durvalumab da solo.Purtroppo, come in tutte le terapie, si sono manifestati anche effetti collateralidi diverso tipo, che in genere non hanno impedito la continuazione del trattamento. Sono comparsi astenia e diminuzione dell’appetito, anemia, trombocitopenia, diarrea o costipazione, edemi declivi, leucopenia e neutropenia. Le reazioni ai farmaci variano da individuo a individuo e, se qualcuno accuserà solo qualche effetto collaterale leggero, altri dovranno sopportare conseguenze più pesanti.