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La sclerosi multipla non ha fermato Chris Wright

Sistema nervoso

Sanihelp.it – Gli avevano detto di scordarsi la carriera nel basket quando, nel 2012, è arrivata la diagnosi di sclerosi multipla, ma Chris Wright, classe 1989, cestista statunitense, non si è lasciato abbattere e il tempo gli ha dato ragione.


Era un giorno di  marzo e l’atleta, a soli 22 anni, giocava in Turchia nella prima stagione professionistica: «Quella mattina capii presto che qualcosa non andava. Non appena cominciai a muovermi iniziò a farmi male la mano destra, poi tutto il braccio, la spalla e via via l’intero lato destro del corpo» ha raccontato in una recente intervista al mensile Ok salute e benessere. «Già il giorno prima, sul finire dell’allenamento, ero caduto a terra mentre correvo perché il piede destro aveva ceduto di colpo, ma non ci avevo fatto caso. Sarà la stanchezza, avevo pensato. Ora però non era solo un piede che cedeva, era un dolore diffuso, piuttosto forte e soprattutto senza ragione apparente. Era come se fossi reduce da una brutta caduta o come se fossi stato picchiato. Quel che è peggio, cominciavo a perdere sensibilità nelle zone colpite».

Vennero gli esami, la diagnosi, un iniziale quanto breve momento di rifiuto e incredulità, due settimane di dolori, quindi il ritorno negli States, alla ricerca di uno specialista che potesse seguirlo nell’affrontare la malattia, ma senza farlo rinunciare al basket.

«Ricominciare non fu facile, dovevo recuperare le abilità atletiche che avevo sempre avuto e che improvvisamente mi erano state tolte» spiega Wright che però al via della stagione successiva era già pronto, entrando nella NBDL, l’anticamera della NBA, la lega professionistica americana. «Giocai talmente bene che a metà campionato fui messo sotto contratto dai Dallas Mavericks, proprio nella NBA, diventando il primo atleta affetto da sclerosi multipla a giocare nel campionato più importante al mondo».

La carriera, dopo la Francia e Israele, lo ha portato da alcuni anni in Italia (nella stagione appena conclusa ha giocato a Varese), e procede di pari passo con la gestione della malattia: «Assumo costantemente i farmaci necessari a tenere a freno i sintomi e un paio di volte al mese mi sottopongo a tutti gli esami del caso» rivela. «Da quando devo fare i conti con la sclerosi multipla ho più cura di me stesso: seguo una dieta sana basata su tanta frutta e verdura e carni bianche e ho eliminato quasi del tutto dolci e alcolici».

Rispetto ai compagni, deve riposare di più tra gli allenamenti e le partite, ha giornate in cui allenarsi è impossibile, ma molti compagni di squadra e avversari ignorano addirittura della sua malattia: «Non sono un giocatore con l’asterisco, ma un giocatore e basta» conclude.

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