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Orecchie a dura prova per chi fa musica

Udito

Sanihelp.it – La storia musicale mondiale è zeppa di artisti con problemi di udito. Del resto concerti ma anche prove e lavori di registrazione con cuffie e altoparlanti per un tempo rilevante metterebbero a dura prova qualsiasi orecchio.  
 
Già nel 1995 Sting confessò i propri personali problemi uditivi, facendo anche una sorta di coming out per i colleghi: «molte persone che fanno la mia professione sono un po’ sorde» dichiarò.  Phil Collins nel 2003 annunciò l’addio alle performance dal vivo perché un’infezione virale gli aveva danneggiato le orecchie: «Ho perso il 70% dell’udito all’orecchio sinistro. Continuo a incidere dischi, ma ho dovuto smettere di fare concerti» ammise.Il grande chitarrista Pete Townshend degli Who è uscito allo scoperto nel 2006, rilevando di essere a un passo dal ritiro dalle scene a causa della sordità e rivolgendo un appello alla iPod generation: «Abbassate il volume del vostro iPod o rischiate di diventare sordi come me. Senza volerlo ho contribuito a inventare e definire un tipo di musica che può danneggiare l’udito».
 
Un appello cui si è unito, più recentemente, anche il leader dei Coldplay Chris Martin, di cui abbiamo già avuto modo di parlare, che proprio per via della sua professione ora ha problemi di udito e convive con fastidiosi acufeni.  Come lui anche il batterista dei Metallica, Lars Ulrich, che ha confessato di avere questo problema  dal 1988, ed è poi andato via via peggiorando dopo i grandi tour mondiali della band: «Ho suonato rock ad alti volumi per 35 anni e in passato non usavo protezioni per le orecchie. Sento un ronzio costante nelle orecchie e non se ne va mai del tutto».Con queste illustri testimonianze diventa importante prevenire e salvaguardare lo strumento più prezioso, l’udito: vale per chi fa musica, ma anche per chi la ascolta, proprio perché salvaguardando l’udito si preserva anche la capacità di fare musica e godere della stessa, oltre che evitare ripercussioni gravi sulla qualità della vita, individuale ma anche sociale e relazionale.
 
Amplifon ha quindi realizzato un Piccolo Vademecum dei Decibel Sotto Controllo, con la consulenza dell’audiologo Antonio De Caria, pensato sia per chi fa sia per chi ascolta musica.
Chi fa musica dovrebbe: mantenere le distanze dagli strumenti più rumorosi, sottoporsi a una valutazione audiologica costante; indossare specifici protettori acustici per musicisti e utilizzare sistemi di insonorizzazione ambientali.
 
Chi ascolta, invece, è chiamato a: regolare il volume del proprio mp3 o dispositivo per l’ascolto della musica in modo da riuscire a sentire i suoni circostanti; non utilizzare le cuffiette per periodi prolungati; concedersi delle pause di riposo acustico durante un concerto dal vivo della durata di più di 2 ore e non avvicinarsi troppo agli altoparlanti.


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