Sanihelp.it – Il calcio piange Sven Goran Eriksson, morto lo scorso 26 agosto all'età di 76 anni. L'allenatore svedese è deceduto per un cancro al pancreas, diagnosticato all'inizio del 2023 e che lui stesso aveva reso pubblico a gennaio di quest’anno. «Sono collassato improvvisamente mentre stavo facendo una corsetta di cinque chilometri e dopo un consulto medico ho scoperto di avere avuto un ictus e che avevo già un tumore, forse da un mese, forse da un anno» aveva raccontato in una intervista, aggiungendo: «Nel migliore dei casi mi resta un anno di vita, nel peggiore anche meno».
E purtroppo così è stato. Del resto il tumore del pancreas è quello con la minor sopravvivenza sia a un anno dalla diagnosi (34% nell’uomo e 37,4% nella donna) che a cinque anni (11% nell’uomo e 12% nella donna). Questo anche perché la diagnosi arriva di frequente quando la malattia è già in fase avanzata: in fase precoce, infatti, questo tumore non dà segni particolari e, anche quando sono presenti, si tratta di disturbi piuttosto vaghi, che possono essere interpretati in modo errato sia dai pazienti sia dai medici. Secondo i dati più recenti, nel 2022 sono stati stimati 14.500 nuovi casi in Italia. Negli ultimi anni altri personaggi famosi hanno ricevuto questa infausta diagnosi, come Gianluca Vialli ed Eleonora Giorgi.
Tra i sintomi più evidenti del tumore al pancreas ricordiamo: perdita di peso e di appetito, ittero, dolore alla parte superiore dell’addome o alla schiena, debolezza, nausea o vomito. Una percentuale di malati che va dal 10 al 20% può essere colpita anche da diabete (il pancreas è la ghiandola che produce l’insulina). Proprio perché spesso la diagnosi è tardiva, il tumore del pancreas resta una delle neoplasie più difficili da trattare e da curare e spesso, come nel caso di Eriksson risulta non operabile: solo nel 20% circa dei pazienti (1 su 5) la malattia viene identificata quando è ancora localizzata ed è quindi possibile procedere con l’asportazione chirurgica completa del tumore, non senza rischi.
Dopo l’intervento può essere necessario eseguire una chemioterapia, l’unica arma a disposizione, insieme alla radioterapia, per i tumori che non sono operabili. In casi selezionati si può ricorrere anche a una chemioterapia prima dell’intervento chirurgico, cosiddetta neoadiuvante. Sono in corso inoltre sperimentazioni con farmaci immunoterapici in grado di potenziare l’azione del sistema immunitario contro il tumore. Le terapie oggi disponibili spesso non sono risolutive, ma alcune hanno mostrato di allungare l’aspettativa di vita per diversi malati.