Sanihelp.it – Ci sono argomenti di cui non amiamo parlare, nemmeno con il medico, per pudore, e che quando non vengono risolti peggiorano la qualità della vita e danneggiano l’autostima. Uno di questi è l’incontinenza urinaria. Secondo le ultime stime della SIUD, la Società Italiana di Urodinamica presieduta dal Professor Mario De Gennaro, che tiene in questi giorni Genova il suo 31° Congresso Nazionale, una donna su tre, di tutte le fasce di età, soffre di questo disturbo.
In Italia sono almeno cinque milioni le persone che soffrono di incontinenza, e prevalentemente donne, dove nel 20% dei casi il fenomeno compare prima dei 30 anni. Ma la popolazione femminile non è l’unico soggetto interessato: è un fenomeno che tocca anche uomini, bambini e mielolesi e soprattutto gli anziani, al punto che secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute, l’importo per gli ausili per incontinenti rappresenta circa il 64% di tutta la spesa sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale per l’erogazione di protesi e ausili.
La sfida dunque non è solo abbattere i tabù, ma informare di più e meglio medici e pazienti, e sensibilizzare il personale sanitario sull’importanza di una formazione adeguata sull’argomento per ridurre disagi ai pazienti e costi al Sistema Sanitario.
Proprio in quest’ottica la SIUD coordina, con altre Società scientifiche e Aziende del settore dell’associazione Assobiomedica di Confindustria un progetto di ‘Health Technology Assessment’ per produrre un documento da utilizzare nel confronto con le Istituzioni, per una migliore destinazione delle risorse sanitarie secondo il principio di Costo/Beneficio.